Welfare, mobilità, rifiuti, lavoro agile, cultura Municipia e i cinque pilastri della città ideale

La società scrive un manifesto di sostenibilità

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È la sfida più importante per dare vita a un futuro diverso e migliore. Creare la città ideale di Greta, l’attivista paladina dell’ambiente conociuta in tutto il mondo. La sfida in questo caso è partita da Municipia, società del Gruppo Engineering, che si occupa della digitalizzazione delle città di ogni dimensione in Italia e nel mondo. La città ideale di Municipia è quella che si fonda sui principi dello sviluppo sostenibile, che rimette al centro i cittadini sfruttando le nuove frontiere aperte dalla tecnologia.

"Le nuove città si devono distinguere tra quelle che affrontano il cambiamento e le altre che lo rinviano. Dal momento in cui è scoppiata l’emergenza Covid ci siamo trovati davanti a un prima e a un dopo con l’obiettivo di provare a restituire alle persone una nuova normalità, se possibile migliore della precedente. Anche grazie alla tecnologia" sottolinea Stefano De Capitani, presidente di Municipia.

Lo scorso ottobre Municipia ha lanciato un Manifesto per disegnare i nuovi centri urbani al servizio dei cittadini puntando su tre concetti fondamentali: devono essere tecnologici ma soprattutto resilienti e inclusivi. Città innovative dove vuole vivere e lavorare la generazione Greta.

"Con il Covid-19 – sottolinea De Capitani – abbiamo visto quanto sia fondamentale offrire risposte veloci con strumenti adeguati e tecnologicamente avanzati, per gestire ma soprattutto prevenire le criticità. È il momento di condividere le esigenze dei territori e dare vita alla riprogettazione in chiave Cloud, per garantire più sicurezza, risparmi per le casse comunali e maggior trasparenza".

Cinque i settori cruciali, pilastri delle nuove città: servizi sociali, per non lasciare indietro nessuno; smart working e digitalizzazione; mobilità sostenibile; gestione dei rifiuti e potenziamento di cultura e turismo. Sul fronte welfare, Municipia ha sviluppato soluzioni per digitalizzare l’intero processo di invio, ricezione e istruttoria dei "Buoni Spesa" ma anche per informatizzare la gestione delle richieste ed erogazione delle prestazioni, dando risposte tempestive a chi è in difficoltà.

Progresso sociale fa rima anche con il taglio della burocrazia. Per questo da Municipia arriva un nuovo modello di digitalizzazione per l’amministrazione locale, cui si aggiunge l’attività degli sportelli comunali con canali online per il filo diretto con i cittadini.

"Per innovare e creare valore pubblico – afferma De Capitani – non basta, però, acquistare nuove tecnologie. È necessario portare avanti progetti omogenei e inclusivi, evitando il divario digitale. Occorre realizzare da qui ai prossimi anni processi che facilitino la partecipazione; un modello di servizio pubblico digitale circolare, con un approccio open source, che produca risparmio economico ed efficienza amministrativa".

Efficienza che si richiede sempre più sul fronte della gestione dei rifiuti urbani. Così come nel trasporto locale e nella mobilità in generale, con una riduzione dell’inquinamento e delle ore perse nel traffico alla ricerca di un parcheggio. Qualcosa si muove su questo fronte. Pisa e Verona con una piattaforma unica di gestione della sosta e della mobilità e sensori sono riuscite a gestire le aree con maggior affluenza. Napoli grazie all’integrazione di più soluzioni tecnologiche (gestione dei permessi, app per parcheggiare e controllo accessi) ha aumentato i ricavi.

"Chiaro che per realizzare tutto ciò e far fronte ai servizi pubblici locali primari servono risorse economiche – aggiunge De Capitani –. Ora grazie alla tecnologia molti servizi pubblici diventano più sostenibili perché meno costosi. Inoltre con il partenariato pubblico-privato, gli enti possono fare leva sulle risorse finanziarie delle aziende per realizzare quegli investimenti che servono per adottare modelli di gestione dei servizi pubblici a maggiore intensità tecnologica. Infine, con il project financing anche la progettazione degli interventi necessari diventa un onere delle imprese private".