Vicenda Cose di Lana: messa in liquidazione la cooperativa Maglificio 38 di Sansepolcro

Non ha mai potuto operare. Eex dipendenti e soci presentano un esposto sui passaggi che hanno portato all'aggiudicazione del marchio Cose di Lana

Benedetta Bianchi (a destra), per 16 mesi presidente della cooperativa Maglificio 38

Benedetta Bianchi (a destra), per 16 mesi presidente della cooperativa Maglificio 38

Arezzo, 5 niovembre 2019 - Messa in liquidazione alcuni giorni fa la cooperativa Maglificio 38, costituita l’8 giugno 2018 dagli allora dipendenti della Supermaglia di Sansepolcro (il numero 38 è quello relativo alle unità aderenti) per poter acquisire dalla stessa azienda – dopo l’aggiudicazione in sede di asta giudiziaria - il 100% delle quote azionarie e garantire la prosecuzione dell’attività in una fra le realtà produttive più importanti dell’intera vallata. Al fallimento di Cose di Lana, avrebbe dunque dovuto far seguito l’ingresso in campo di una bella fetta di maestranze (sulla ottantina rimaste) nella duplice veste di lavoratori e di soci titolari. Sembrava fatta, ma lo scorso 28 febbraio il giudice Antonio Picardi non ha prorogato il contratto di affitto aziendale – ovvero attività e macchinari, escluso l’immobile – a Supermaglia e a quel punto la storia del gruppo fondato nel 1947 dai coniugi Elio e Angela Conti era arrivata al capolinea. “Dal momento che è divenuto irrealizzabile l’obiettivo per il quale era nata – ricorda Benedetta Bianchi, oramai ex presidente di Maglificio 38 – l’unica strada da percorrere era quella dello scioglimento della cooperativa”. E a fine luglio, la conclusione dell’altra operazione: l’aggiudicazione del marchio Cose di Lana alla Manifattura Corona s.r.l. di Casalserugo (provincia di Padova), ma per 500mila euro, ovvero per un ammontare inferiore del 63% rispetto al milione e 350mila euro che la stessa azienda aveva presentato mesi prima alla curatela fallimentare. Su questa operazione, alcuni soci di Maglificio 38 e qualche ex dipendente hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Arezzo per poter fare luce su una vicenda che – a nostro giudizio – contiene aspetti poco chiari.