Sarà ancora Paolo Mantovani a capo della Federmoda di Arezzo

L'imprenditore valdarnese, 58 anni, nelle settimane scorse aveva assunto anche la guida dell'associazione in Toscana. A livello provinciale è al suo terzo mandato.

Paolo Mantovani

Paolo Mantovani

Arezzo, 13 luglio 2021 - Paolo Mantovani, noto imprenditore valdarnese, è stato confermato alla guida di Federmoda-Confcommercio della provincia di Arezzo. Continuerà quindi il suo impegno anche a livello provinciale per il terzo mandato consecutivo. Sarà affiancato da un nuovo gruppo di consiglieri composto da Martina Branchi, Jacopo Cacchiani, Anna Maria Cantucci, Nicoletta Carsughi, Luciano Imbriani, Roberto Manni e Mauro Peloni. Un direttivo giovane, con un’età media di 43 anni, sette anni in meno rispetto a quello precedente, che si apre ad una più corposa presenza femminile e include nella sua rappresentanza, insieme alla città capoluogo, anche le vallate di Valdarno e Valtiberina. Mantovani nelle settimane scorse ha assunto un ruolo ancora più importante, diventando il nuovo presidente per la Toscana. Una bella soddisfazione per l’imprenditore valdarnese. 58 anni, sposato e padre di tre figli, è membro della Camera Italiana dei Buyer della moda ed è titolare di alcuni punti vendita di abbigliamento, accessori e calzature di alta gamma tra San Giovanni, Greve in Chianti, Siena e Castiglione della Pescaia.

Un’azienda fondata nel 1955 dal nonno, portata avanti dai genitori e arrivata alla terza generazione con Paolo, i suoi fratelli e i suoi cugini. Mantovani, alla guida della Federmoda Toscana, ha preso il posto di Federica Grassini. Si è detto consapevole delle tante sfide che lo attendono, perché l’intera filiera della moda sta vivendo uno dei suoi momenti peggiori. E’ una crisi che si prepara da anni e non è effetto della pandemia, anche se di certo la situazione è precipitata dallo scorso anno. Il Covid ha accelerato un processo già in atto, portando allo scoperto i tanti punti deboli di un sistema fragile. In Toscana il commercio della moda conta un totale di 6.350 imprese attive, stando ai dati camerali del primo trimestre 2021. Dal 2019 ad oggi ne mancano all’appello ben 1.445 e un altro migliaio è nel limbo delle imprese registrate ma non attive, spesso in vita per il tempo necessario a saldare i debiti e sbrigare le pratiche burocratiche. Negli ultimi anni siamo andati avanti a colpi di circa 700 imprese cessate ogni 31 dicembre. Le nuove nate non sono mai bastate a colmare le perdite e la pandemia ha fiaccato ancora di più la voglia di fare impresa. Nel 2019, a fronte di 669 cessazioni, si sono registrate solo 238 nuove iscrizioni, nel 2020 il rapporto è stato di 626 contro 153. E alla fine del primo trimestre 2021, le cessazioni sono più del triplo delle aperture: 150 contro 41.