Rossi scrive a Di Maio. "Tavolo urgente sulla Bekaert"

Intanto i sindacati scrivono a Pirelli per chiedere un incontro urgente con la multinazione della gomma. Il 3 ottobre scattano i licenziamenti.

Enrico Rossi con gli operai Bekaert

Enrico Rossi con gli operai Bekaert

Arezzo, 07 settembre 2018 - Nelle ultime ore il Governatore della Toscana Enrico Rossi ha inviato una lettera al Ministro del Lavoro Luigi Di Maio chiedendo la riconvocazione urgente del tavolo nazionale sulla vertenza della Bekaert di Figline Valdarno. L’iniziativa fa seguito alla riunione del 3 settembre scorso presso l’ufficio regionale vertenze, nel corso della quale la stessa richiesta era stata avanzata dalle organizzazioni sindacali e dai lavoratori.

“ In merito alla vertenza Bekaert di Figline Valdarno – scrive Rossi - , il giorno 3 settembre scorso si è svolto presso l’Ufficio Regionale vertenze e crisi aziendali di Firenze un ulteriore incontro nell’ambito della procedura di licenziamento collettivo, al termine del quale – si legge nella missiva - è stata formalizzata la richiesta, da parte delle organizzazioni sindacali, di una immediata riconvocazione del tavolo nazionale di crisi da lei presieduto per questa drammatica vicenda, al fine di aprire il confronto sul piano di reindustrializzazione, l’utilizzo di ammortizzatori sociali e la sospensione dei termini della procedura di licenziamento. Condivido e mi associo alla richiesta avanzata dai sindacati e dai lavoratori, sottolineandone il carattere di assoluta urgenza, non più procastinabile. Certi di uno suo tempestivo riscontro, invio cordiali saluti”.

Nelle ultime ore è partita anche un’altra lettera a Pirelli, firmata dai segretari di Fim, Fiom, Uilm Firenze, rispettivamente Alessandro Beccastrini, Daniele Calosi e Davide Materazzi, che hanno chiesto un incontro urgente con la multinazionale della gomma. Nella missiva, oltre a rimarcare il fatto che la stessa Pirelli è tutt’ora uno dei principali clienti di Bekaert si legge: la multinazionale belga ”sostiene che la chiusura del sito di Figline, oltre ad una presunta e non dimostrata grave situazione economica dello stabilimento, sia dovuta anche al fatto che, come da loro riportato nella procedura di licenziamento collettivo del 22 giugno scorso, i clienti sono sempre meno disposti rispetto al passato a pagare maggiorazioni di prezzo per i prodotti speciali.” “Da ciò si evince che uno dei motivi della chiusura è imputabile all’atteggiamento dei clienti e che pertanto Pirelli è uno dei soggetti principalmente responsabili della chiusura- affermano Beccastrini, Calosi e Materazzi. Vi invitiamo dunque- termina la missiva- a proporre soluzioni presso il Ministero dello Sviluppo Economico nei tempi dati dalla procedura, ossia entro la fine del corrente mese di settembre, utili a trovare soluzioni che possano evitare i 318 licenziamenti annunciati.”