Ripartenza lenta, Ciabatti: "Subito liquidità, le aziende orafe rischiano di soffocare"

«Gioielli, cali fino al 50%». «Soffriranno soprattutto le più deboli sul piano finanziario, spesso quelle con know how e progetti. Ma ho fiducia negli imprenditori»

Ivana Ciabatti

Ivana Ciabatti

Arezzo,5 giugno 2020 - E’ la signora fra le signore dell’oro aretino. Ivana Ciabatti, presidente nazionale di Federorafi e top manager di Italpreziosi, uno dei giganti della raffinazione del metallo, lingotti e affini. E’ a lei che chiediamo di fare il punto sul momento critico del settore trainante dell’economia aretina.

Signora Ciabatti, un primo bilancio della riapertura industriale in chiave aretina. «Stiamo attraversando un periodo epocale di crisi mondiale, ben diversa dalla crisi puramente finanziaria post 2008 e che richiede misure eccezionali sia a livello globale, nazionale, e quindi anche locale, con grande impegno da parte di tutti. Ripongo molta fiducia nella reazione e nell’ energia dell’imprenditore. Purtroppo per quanto già detto sopra, le aziende stanno subendo crolli nel fatturato, che spesso vanno a prosciugare la loro liquidità, a fronte di esborsi che restano fissi, e probabilmente qualche impresa non riuscirà ù a far fronte ai propri impegni».

Soluzioni? «Bisogna fornire liquidità alle aziende, e velocemente, per evitare crisi d’impresa nei prossimi mesi. Non possiamo dimenticare quelle piccole aziende, che sono la maggioranza, e che sono finanziariamente deboli ma ricche di know how, competenze, tecnologia e che spesso avrebbero una grande potenzialità di crescita. Nonostante tutte le criticità, rimango positiva per il medio periodo, grazie alle innate capacità degli imprenditori di trovare risposte ed energie nei momenti di crisi.

Il resto dell’economia? Chi sta soffrendo di più è il terziario nel turismo, con conseguenze importanti sul piano occupazionale. Una data importante sarà il 17 agosto, giorno in cui si fermerà il sostegno della cassa integrazione. Purtroppo non tutti supereranno indenni questa crisi».

Come vede la situazione dell’oro ed in particolare quella di Arezzo? «Il 2020 era partito bene, anche con buone risposte da Vicenza Oro January poi è arrivata la tempesta del Covid-19. Le stime che abbiamo elaborato come Federorafi, con il Centro Studi di Confindustria Moda, per il primo trimestre indicano che i fatturati delle nostre imprese sono calati addirittura della metà, nonostante gennaio, ed in parte febbraio, fossero andati bene».

E la ripartenza? «Le produzioni sono ripartite con il motore al minimo, perché non ci sono ordini e le prospettive a breve e medio termine non sono incoraggianti. Molto grave resta il problema del credito e della liquidità e speriamo che venga risolto velocemente per dare ossigeno alle nostre imprese, in attesa che la filiera mondiale si rimetta in moto e torni a comprare gioielli made in Italy. Con le riaperture, l’unica certezza che hanno le aziende, è purtroppo quella dei costi fissi per far funzionare gli impianti».

Ripresa quando, in autunno? «Il quadro è così incerto, che prevedere la ripresa non è facile, principalmente per due fattori, sia per l’assenza quasi totale della domanda, che non ha precedenti nella storia recente, che per tempo di ritorno alla normalità nel mondo. Quindi oltre ad essere difficile poter fare previsioni, occorre anche capire se questa recessione sarà o meno di breve durata, la sua velocità e la forma (a V oppure a U). Abbiamo avuto 10 anni difficili che ci hanno fatto capire che dovevamo cambiare, ma abbiamo spesso fatto fatica a farl. Ora tutto si è esponenzialmente velocizzato».

Mercato dei lingotti: è in calo? La domanda mondiale nel primo trimestre è cresciuta dell’1%, influenzata anche dall’incertezza dal Covid – 19. La domanda di gioielli è calata a 325,8 tonnellate (-39%), con una riduzione particolarmente marcata nei due principali mercati (India – 41% e Cina -65%). La domanda per investimenti in oro fisico è diminuita del 6% nel mondo e anche in Italia e di conseguenza anche ad Arezzo».

E la situazione di Italpreziosi? Italpreziosi, già dall’ultima settimana di febbraio, si è dotata di importanti strumenti per i propri comportamenti seguendo le linee guida del protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto ed il contenimento della diffusione del Covid-19, sfruttando là dove possibile lo smart working che poi ci ha consentito di essere sempre pienamente operativi, con turni per evitare il sovraffollamento in un ambiente comunque sanificato. La sicurezza ed il benessere dei nostri dipendenti è da sempre in cima ai nostri valori. Nei primi quattro mesi il nostro fatturato è lievemente aumentato, soprattutto per effetto dell’incremento del prezzo, ed a causa del lock-down sono diminuite le vendite nel mercato interno a fronte di un aumento delle nostre esportazioni».