Pil a buoni livelli ma ancora troppi disoccupati: la fotografia dell'economia aretina

Lo rivelano le banche dati del Sole24ore sull’economia reale

IL TRAINO Il livello di export tiene a galla tutta l’economia aretina e il manifatturiero la fa da padrone

IL TRAINO Il livello di export tiene a galla tutta l’economia aretina e il manifatturiero la fa da padrone

Arezzo, 6 luglio 2016 - In Toscana siamo al centro classifica in Toscana per quanto riguarda il Pil pro capite; al secondo posto, dietro Massa Carrara, per la percentuale di disoccupati ma con un livello di istruzione piuttosto elevato. Resta però l’export la chiave dell’economia aretina con il 78% di esportazioni sul pil provinciale. È la fotografia che si ricava dai dati sull’economia reale del Sole24 Ore riferita al 2015. Una fotografia, come al solito e non potrebbe essere altrimenti in periodi così complicati dal punto di vista economico, in chiaroscuro con qualche segnale positivo incoraggiante. Partiamo dall’export: come anticipato, il livello è del 78% sul pil. La provincia che si avvicina di più è Massa con il 55% mentre le altre vanno dal 6% di Grosseto al 36% di Prato.

Per quanto riguarda il pil pro capite, quello che dà la misura del benessere della popolazione, ad Arezzo è di 23929 euro, leggermente al di sopra della media nazionale che è di 23870. La provincia diventa così la quinta in Toscana dopo Firenze, in assoluto la più ricca con oltre 31 mila euro, Siena, 26 mila, Pisa quasi 27 mila, Prato, 25 mila. Fanalino di coda in regione Grosseto con circa 21 mila euro. Non va male nemmeno dal punto di vista dei depositi bancari, la media aretina pro capite è di 17948, seconda solo a Siena, con 27700 euro, e Firenze con oltre 20 mila euro. In questo caso, evidentemente, il fatto che Arezzo e Siena siano le sedi centrali di due banche influenza decisamente il risultato. Come pure il fatto di essere una sede universitaria influenza il dato sul livello di istruzione, c inteso come il numero di laureati nel 2015, tra i 25 e i 30, anni ogni mille abitanti. Ebbene, ad Arezzo lo scorso anno il numero è stato di 68, a Pisa e Firenze 70, a Siena quasi, 69,4. Tutte, però, sono al di sotto della media nazionale che è di 75. Siamo anche tra quelli che spendono di più per automobili, moto ed elettronica. Nel 2015 la spesa pro capite in questi settori è stata di 2336, più di noi Prato, 2600, Pisa e Pistoia con 2400. Qualunque cosa accada, insomma, auto, moto, pc e telefonino restano prioritari; il dato registrato in queste province, infatti, è superiore anche alla media nazionale che è di 2 mila euro. Per quanto si continui a spendere sui prodotti di elettronica, la copertura della banda larga lascia a desiderare. Ad Arezzo è coperto il 93,7% del territorio, peggio di noi solo Massa Carrara dove la percentuale scende al 91,8 e Grosseto con 93,3. Le altre province, invece, oscillano tra il 99,2 di Prato e il 94,2 di Pistoia.

Non sorprende il dato sull’imprese: nel 2015 si sono registrate in provincia 11 aziende ogni 100 abitanti. A conferma della vocazione imprenditoriale del territorio, il numero è uno dei più alti. Più aziende sono nate soltanto a Prato, 13 ogni 100 abitanti, Grosseto, 12,8 mentre con Massa Carrara e Pistoia c’è sostanziale parità. Nota dolente quella sulla disoccupazione. Il livello in percentuale registrato a fine 2015 è stato del 10,3%. Peggio di noi soltanto Massa Carrara con il 12,4, mentre tutte le altre province, fatta eccezione per Pistoia che pareggia il dato aretino, hanno un livello minore o sensibilmente minore, si va dal 9,9 di Siena al 7,7 di Firenze. Bene ma non benissimo, insomma. L’auspicio è sempre quello di agganciare la ripresa nel corso dell’anno e qualche segnale positivo c’è anche se il 2016 sarà, a detta di tutti, un altro anno di transizione.