"Outlet a ridosso di Ponte a Chiani? Impensabile": il sindaco boccia il progetto

"Fatichiamo a realizzare un'area da 12 mila metri quadri, perché pensare al doppio?". Categorie: una mazzata al centro. Ma una società retail già cerca adesioni

Il profilo del centro outlet

Il profilo del centro outlet

Arezzo, 2 agosto 2018 - "Non ci sono nè permessi, nè richieste ufficiali: solo un incontro informale con una società e i proprietari della zona. E comunque è un progetto che ci vedrebbe contrari. Se si fatica da anni a cosrtruire una realtà commerciale di 12 mila metri quadri alla Lebole, perché dovremmno realizzarne una doppia alla Carbonaia?". Il sindacio e l'assessore Sacchetti spengono sul nascere l'ipotesi di un grande outlet alle porte della città, a ridosso di Chiani.

L’outlet cacciato dalla porta potrebbe rientrare dalla finestra? No, assicura la giunta. Ma in questo momento è l’incubo con il quale convivono le categorie economiche. Durissime anni fa nel far saltare il progetto di un grande centro di griffe e sconti in zona Lebole. E ora alle prese con un’ipotesi simile, anche se spostata di qualche chilometro più avanti. Stavolta la cittadella della spesa si candida a sorgere in zona Carbonaia, sempre lungo il raccordo ma a ridosso di Chiani.

Un’area in parte ancora in cerca di autore e per la quale si è presentato un gruppo con tanto di progetto già stilizzato. Un vero e proprio Shopping park, grande circa 25 mila metri quadrati e la cui comunicazione è stata lanciata da Italia Sviluppo Retail, una società di capitali che fornisce servizi di consulenza e management. Se vai sul loro sito c’è anche un Arezzo Shopping Village, con un logo stilizzato, e la ricerca di operatori commerciali interessati. Una «bomba» che ha avuto un primo passaggio in Comune.

«E’ vero, sono venuti qui a presentarmi questa ipotesi: ma li ho semplicemente ascoltati come faccio con tutti». L’assessore all’urbanistica Marco Sacchetti già alla vigilia aveva buttato non acqua ma cascate sul fuoco. «Non ci sono autorizzazioni, non c’è un iter burocratico avviato, non ci sono varianti neanche in ipotesi». Varianti senza le quali, spiega, l’idea non potrebbe decollare.

«Non è una zona a pura destinazione commerciale, quindi il progetto in quei termini non potrebbe svilupparsi». Rassicurazioni inviate anche alle categorie economiche, già sul piede di guerra. Il primo a lanciare l’allarme è stato il direttore della Confesercenti Mario Checcaglini.

«Sarebbe la mazzata finale per i negozi tradizionali. Abbiamo contrastato l’ex area Lebole e non faremo sconti a nessuno. Vogliamo sperare che il Comune sia dalla nostra parte in difesa del commercio tradizionale che soffre».

E trema davanti ad un’idea che oltre al nome (Arezzo Shopping Village) ha anche i dettagli: secondo Confesercenti infatti ospiterebbe Fashion Village, Home Village e Lifestyle. Parole esotiche ma dietro le quali si celano precisi settori commerciali, dalla moda alla casa al tempo libero, e scusate del poco. E parte in quarta anche l’associazione commercianti, con il vicedirettore Catiuscia Fei.

«E’ impensabile. Prima di tutto il commercio aretino non sarebbe in grado di reggere a questo impatto, sarebbe una campana a morto per il centro. E poi la Lebole ha priorità assoluta: sia per il degrado dell’area sia per gli investimenti immobilizzati lì da anni. E dalla Confesercenti il vicedirettore Valeria Alvisi completa il «comitato d’accoglienza». «Una superficie impensabile sul piano delle normative: ma il timore è che propongano 25 attività da mille metri quadri».

Uno spezzatino in apparenza, un outlet nella sostanza. Quello cacciato dalla porta e che prova a picchiettare sulla finestra. Anche se almeno dalle prime reazioni invano.