Oro, la carica del patron: "La ripresa c'è, nuovi spazi no: congressi? Ancora indietro"

Lorenzeo Cagnoni, presidente di Ieg, ottimista sul mercato. "La Fiera è cresciuta: il Palaffari è saturo, ci vorrebbe un ampliamento. Sul resto operatori ancora incerti"

Lorenzo Cagnoni

Lorenzo Cagnoni

Arezzo, 5 maggio 2018 - Sarà una bella edizione di Oro Arezzo. Parola del padrone di casa, Lorenzo Cagnoni, presidente di Ieg, il gigante nato dalla fusione delle fiere di Rimini e Vicenza, che dal 2017 ha conquistato il controllo anche delle due manifestazioni aretine di primavera e autunno.

Perchè lo dice, presidente? “Perchè la manifestazione è in continua crescita, di accreditamenti, di presenze, di prestigio. Non di metri quadrati, ahinoi, visto che oltre gli 8 mila netti degli spazi attuali non si può andare. Siamo già alla saturazione totale”.

Ma lei se la sentirebbe di proporre in concreto un ampliamento del Palaffari? “E’ una delle questioni che dovremo porre sul tappeto quando si aprirà il tavolo con gli azionisti di Arezzo Fiere in vista dell’acquisizione definitiva verso la quale noi vogliamo procedere. Dovremo ragionare della compatibilità degli spazi con certi eventi e anche se eventuali maggiori spese non possano essere compensate dall’aumento dei profitti”.

Restiamo in tema di prospettive dell’oro. I dati macroeconomici si fermano al 2017, ma voi che organizzate anche la fiera di Vicenza di gennaio avete un polso più aggiornato. C’è ripresa? “Sì, direi che finalmente, in termini di mercato, la ripresa c’è. Non è straordinaria ma è comunque tale da indurre ad avere un pizzico di ottimismo. Il clima è positivo”.

Torniamo al tavolo per il passaggio definitivo a Ieg di Oro Arezzo e Gold Italy. A che punto siamo? "Stiamo ragionando di un sistema di calcolo che possa consentire di valutare qual è il valore economico delle due fiere aretine e quanto dunque possa pesare nel capitale di Ieg Arezzo Fiere in caso di accordo”.

Di che valore parliamo? “Su questo mi consenta di essere riservato. Comunque dovremmo essere intorno a 4,5 volte l’utile prima delle tasse della miglior edizione”.

Veniamo a una nota dolente. I congressi dirottati da Rimini verso Arezzo. Dovevano essere un punto di forza dell’accordo ma ancora li stiamo aspettando. “Assicuro all’opinione pubblica aretina che dal punto di vista organizzativo abbiamo fatto tutto il possibile per valorizzare non solo le strutture riminesi ma anche quelle aretine e vicentine. Speravo che la startup fosse più veloce, invece le risposte della clientela tardano ad arrivare”.

Detto in chiaro, gli organizzatori di congresso sono riluttanti a spostarsi su Arezzo... “Sì, c’è una ritrosia degli operatori sull’ampliamento della nostra offerta, le risposte sono molto timide, troppo timide, nonostante il nostro impegno. Il mercato ha reagito in modo che non esito definire deludente. Ma l’esperienza mi insegna che sui tempi lunghi le cose cambieranno. Non ci arrendiamo. Arezzo e Vicenza sono città che hanno le carte e l’appeal giusto per suscitare l’interesse dei clienti”.

Ora vi preparate a sbarcare in Borsa? “Contiamo di quotarci in autunno. I numeri sono positivi: 108 milioni di ricavi, 23 di margine operativo lordo, 8 e mezzo di utile netto. Siamo indubbiamente la prima società del settore”.