Oro, distretto ancora primo in Italia: più export ma subisce il sorpasso

Nei numeri del 2017 la ripresa c'è ma nell'ultimo trimestre c'è un rallentamento: a fine anno Dubai frena ancora. La rivalità di Valenza

La mostra orafa

La mostra orafa

Arezzo, 6 maggio 2018 - La ripresa c’è e più solida nei numeri di quanto non appaia dalla prudenza dei protagonisti, che anche nella giornata di apertura di Oro Arezzo non si sbilanciano in voli pindarici. Parola dei numeri elaborati dalla Camera di Commercio che suggellano il 2017. L’oro aretino chiude l’anno guadagnando oltre 100 milioni di export rispetto al 2016: quasi due miliardi (per la precisione un miliardoe 913) a fronte del miliardo e 800 milioni del 2016. Il balzo è del 5,5 per cento, in frenata, è vero, rispetto alle vette che erano state toccate nel terzo trimestre, ma pur sempre un risultato di rilievo, che conferma questo distretto come il più importante d’Italia nel settore e uno dei primi venti in assoluto.

Come a dire che la locomotiva ha ripreso a marciare. Lo dicono anche le cifre sulle dimensioni: Arezzo raggiunge nei primi tre mesi del 2018 quota 1203 imprese (stabili), più del doppio di Vicenza (537) e un terzo in più di Valenza (755). Pure per addetti, il primato resta saldamente qui: 7.797 (un paio di centinaia in più rispetto a fine 2017, con le aziende dunque che sono tornate ad assumere) a fronte dei 4.500 di Valenza e dei 4 mila di Vicenza. Con l’indotto, il distretto aretino sale a oltre 10 mila occupati), molto sopra le altre due capitali dell’oro.

E tuttavia Arezzo non più la prima realtà italiana per export. Già, l’anno appena concluso si porta dietro il sorpasso di Valenza, l’unica delle tre gemelle che sfonda la quota dei due miliardi di affari con l’estero (2 e 72 milioni, a essere pignoli), il che le consente di vendere sui mercati mondiali cento milioni in più rispetto al nostro distretto. Cosa è successo? Molto semplicemente, la città in provincia di Alessandria si specializza sempre più, specie dopo l’apertura della fabbrica di Bulgari) nella produzione di lusso: i quantitativi restano inferiori, ma il margine più ampio fa volare il totale.

Bene, ma qual è la situazione di mercato dinanzi alla quale si trovano dinanzi gli operatori di Oro Arezzo? Ciascuna delle tre capitali si sceglie un suo sbocco preferenziale, che per il distretto aretino resta Dubai, sempre in testa alla classifica dell’export con 592 milioni, quasi un terzo del risultato complessivo, per Vicenza gli Stati Uniti (ma la dipendenza da un solo mercato è inferiore, perchè gli Usa non superano i 259 milioni) e per Valenza la Svizzera, che da sola vale un miliardo e 44 milioni, la metà del totale).

Per gli orafi aretini l’ultimo trimestre del 2017, quello che di solito è determinante, smorza un po’ gli entusiasmi dell’estate. Le esportazioni, che avevano toccato l’11 per cento, rallentano in maniera sensibile tanto che il 7 di media raggiunto a settembre si trasforma nel 5,5 di cui si diceva sopra. In particolare, è di nuovo Dubai a segnare il passo: il più 16 per cento del terzo trimestre (-1,8 per cento nei primi nove mesi) diventa un meno 5,1.

Evidentemente, la fiammata estiva si nasconde sotto la cenere di Natale. Ma tutto sommato non siamo più ai ritmi di caduta che avevano caratterizzato gli anni precedenti. Su Hong Kong si conferma il sorpasso dell’oro aretino rispetto a quello vicentino (270 milioni contro 212), mentre la Turchia stabilizza il ruolo di terza forza per l’export nostrano. Negli Usa vanno bene Vicenza e Valenza (rispettivamente più 15 e addirittura più 48 per cento), mentre Arezzo resta in posizione più defilata: evidentemente è qui che il rischio dazi di Trump fa più paura.