Oro Arezzo: il palaffari sta stretto, verso l'ampliamento. Dubai riparte, bonaccia fiere

Ad un mese dall'expo il punto sul settore con il presidente di Arezzo Fiere Andrea Boldi. "Gli ultimi eventi non sono andati bene: luci e ombre"

O_5122875_132358

O_5122875_132358

Arezzo, 5 aprile 2018 - Un mese esatto al taglio del nastro, alla nuova edizione di OroArezzo, ovvero la fiera più importante dell’anno in città, quella che potenzialmente può dare l’abbrivio a una stagione positiva del principale comparto industriale della provincia. Ma come si arriva all’appuntamento? Si accendono alcune luci nel mondo dell’oro anche se non mancano le ombre.

Ma iniziamo dalle luci. La notizia più importante arriva da Dubai, per anni la tradizionale riserva di caccia delle nostre aziende, un hub che ha costituito la prima risorsa per le esportazioni ma che nell’ultimo periodo batteva in testa. La prova? la mancanza assoluta di buyers arabi alle ultime fiere nazionali e internazioni. E invece adesso l’export riparte, nelle ultime settimane sono tornati a fioccare gli ordinativi e i compratori parteciperanno in buon numero alla kermesse aretina. Una ventina di operatori ha già in tasca il biglietto di invito, «alla fine però ne avremo almeno cinquanta» commenta soddisfatto il presidente di Arezzo Fiere Andrea Boldi.

Il motivo della ripartenza sta, tanto per cambiare, nei dazi. E’ decaduta infatti a Dubai l’imposizione del 5% di tassazione sui metalli preziosi che arrivano dall’Italia, obolo che aveva di fatto bloccato gli ordinativi anche se realmente non era mai diventato operativo in pieno. «La novità - riprende Boldi - è di grande importanza, Dubai sta tornando il mercato di riferimento per le imprese orafe aretine. Alla fiera di maggio abbiamo quindi un dovere inderogabile: cogliere l’occasione del rilancio della domanda».

Attenzione però: non è che di colpo il livello delle esportazioni sia di nuovo quello dei periodi felici. «Niente affatto - insiste Boldi - anzi, nelle condizioni attuali le aziende non sarebbero in grado di mantenere gli stessi livelli occupazionali. Ecco perché dico che la palla va colta al balzo, a partire dalla fiera di maggio». Dubai, ma non solo. Ad Arezzo si guarda con fiducia alla riapertura di canali commerciali con i Paesi dell’area euroasiatica non soggetta alle sanzioni come in Russia: e dunque al Kazakistan, all’Uzbekistan, al Kirgizistan e alle nazioni limitrofe.

Può essere un altro sbocco fecondo, senza trascurare la presenza nel mercato degli Stati Uniti. Le ombre, adesso. Le ultime fiere non sono state trascinanti. «A Istanbul - commenta Boldi - non è andata malaccio»; si capisce però che siamo ben lontani dall’entusiasmo sfrenato. «E Hong Kong non ha risposto come ci aspettavamo, anche se la presenza di imprese italiane era veramente poca cosa».

Insomma, al tirar delle somme spira ancora aria di bonaccia e non di ripresa, pur se il risveglio di Dubai incoraggia all’ottimismo. Infine i numeri: saranno 650 gli espositori in fiera, «più spazi non ci sono e anche di questo - conclude Boldi - occorrerà ragionare. Serve un ampliamento della struttura e accanto ad esso anche un disegno nuovo della viabilità e della fruizione dell’area. Anche Ieg, che vuole crescere, sta spingendo verso questa direzione».