Nuovo DPCM. La Confcommercio:"Il Governo ci considera untori. Questo decreto è una follia"

Molto dure le reazioni dell'associazione di categoria. "Questo decreto è un disastro che pagheremo tutti".

Anna Lapini

Anna Lapini

Arezzo, 25 ottobre 2020 - E’ durissima la reazione della Confcommercio Toscana all’ultimo DPCM del Governo, illustrato dal presidente Conte nel primissimo pomeriggio di oggi. Un decreto che penalizza il mondo delle imprese. “Si accanisce contro le aziende anziché prendere provvedimenti incisivi sul buon funzionamento delle strutture e dei servizi pubblici, dal trasporto alla sanità – ha detto la presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini – . L’esecutivo si ostina a considerare gli imprenditori come “untori”, quando invece sono la forza del nostro paese e, soprattutto, quando potrebbero essere individuati altrove i comportamenti realmente irresponsabili ai fini della lotta alla pandemia”.

La Lapini ha sottolineato che i provvedimenti colpiscono al cuore la parte sana e pulsante dell’Italia, lasciando invece irrisolti molti nodi cruciali della battaglia al Covid 19. “Che va combattuta con tutte le armi, è vero, ma non sparando agli alleati. I Dpcm sono fuoco amico sulle imprese”. Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente di Fipe-Confcommercio Toscana Aldo Cursano, per il quale chiudere i luoghi della socialità, dello svago culturale, del divertimento, dello sport e del benessere significa imporre agli italiani la rinuncia ad uno stile di vita sano e di qualità. “E non mi si venga a dire che si tratta di gestire l’emergenza, perché l’allungamento temporale della pandemia, e la prospettiva che negli anni a venire non sarà la sola, l’ha resa ben più che un’emergenza – ha aggiunto – . Impone un cambio radicale di prospettiva, anche nella gestione delle imprese, perché dobbiamo imparare a convivere con eventi del genere. Trattenere il fiato, senza sapere neppure quando potremo riprenderlo, non serve. Noi imprenditori in questi mesi siamo arrivati ad indebitarci per mettere in piena sicurezza le nostre aziende ed ora tutto il nostro impegno viene vanificato dal comportamento irresponsabile di pochi e dall’incapacità del governo di gestire la situazione in modo chiaro. Non è giusto. È un disastro che purtroppo pagheremo tutti, nessuno escluso”.

“A chi invoca misure ancora più restrittive, un ritorno al primo lockdown con la chiusura di tutte le attività non essenziali, io dico che non esistono attività non essenziali – ha detto ancora Anna Lapini – perché dietro ad ogni singola attività, anche “non essenziale”, c’è la cosa più essenziale al mondo: la dignità di un essere umano, che gli deriva anche dal lavoro che fa e con cui porta a casa i soldi per vivere e mantenere la propria famiglia. Ci sono persone che hanno studiato, hanno investito risparmi, si sono messe in gioco, hanno dato posti di lavoro. Ci sono cittadini, madri e padri, che ora faticano a vedere un futuro possibile per sé e per la propria famiglia. A tutti i cittadini faccio un appello accorato – ha concluso -: siate responsabili nei vostri comportamenti, adottate ogni misura di quelle prescritte per contenere l’epidemia, dall’uso della mascherina al distanziamento a tutto il resto. Questa pandemia non si combatte chiudendo le imprese, ma facendo leva sul senso civico e sulla responsabilità personale”.

Il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni ha invece ricordato la manifestazione di protesta che mercoledì 28 ottobre si svolgerà a Firenze ed in altre 17 città italiane, definendola una grande manifestazione pacifica, ordinata, silenziosa dei ristoratori e di tutto il mondo della somministrazione. Alle 11,30 si ritroveranno, provenienti da tutte le dieci province toscane, per una iniziativa perfettamente in linea con le attuali disposizioni: stabile, senza cortei, con il corretto distanziamento. “Saranno apparecchiate 16 tovaglie di 3 metri per 3 a terra (“Perché siamo col sedere per terra!”) e tutt’intorno, nella loro uniforme da lavoro, siederanno gli chef dell’associazione italiana cuochi e tutte le variegate professionalità di un mondo esasperato da provvedimenti senza senso – ha detto Marininoni -. Come l’ultimo, che definiamo una follia. I ristoranti e i bar hanno ripreso l’attività il 18 maggio. E la curva dei contagi da allora fino a metà settembre è stata sotto controllo. Se da metà settembre ha ripreso improvvisamente a correre, cosa c’entrano le nostre attività? Sono altri i provvedimenti da prendere, ma questo governo non ne è capace e prende le scorciatoie. Ma questa volta il paese si ribella. Noi non ci stiamo!”