OroArezzo, folla al palaffari. E Nencini chiede il made in Tuscany. Oggi Premiere

I saluti di Ghinelli, di Ceccarelli, dei vertici della fiera. Il presidente Ieg Cagnoni: "Rifarei cento volte la scelta del connubio con Arezzo". Nel pomeriggio l'arrivo del nipote di Putin

Il taglio del nastro

Il taglio del nastro

Arezzo, 5 maggio 2018 -  Partenza in grande stile per la fiera dell'oro inaugurata stamani dopo le 12 al palaffari. Strapiena di gente la struttura fieristica, allestita con estrema eleganza e una cura scenografica che non ha trascurato i dettagli. Parterre delle ocasioni specali: presente ovviamente il sindaco Alessandro Ghinelli insieme al suo vice Gianfrancesco Gamurrini e agli assessori Tiziana Nisini, Marcello Comanducci e Alberto Merelli. Poi, ovviamente, il viceministro Nencini che ha tagliato il nastro, l'assessore regionale Vincenzo Ceccarelli, il parlamentare Stefano Mugnai, il consigliere regionale Lucia De Robertis, il presidente di Estra Francesco Macrì e quello di Coingas Sergio Staderini, presidente e commissario della Camera di Commercio Andrea Sereni e Giuseppe Salvini, il membro del Csm nonché ex sindaco Giuseppe Fanfani, l'ex deputato Vincenzo Giannotti, i vertici delle associazioni di categoria.

Di qualità e specificità dell'oro e del marchio Arezzo ha parlato Nencini che ha chiesto l'introduzione del Made in Tuscany per la tracciabilità del prodotto, mentre Lorenzo Cagnoni, presidente di Ieg, ha sottolineato: "Se mi chiedessero adesso se sono soddisfatto del connubio fra Ieg e le fiere di Arezzo, non avrei esitazione a rispondere: sono strafelice della scelta fatta e la rifarei mille volte". Andrea Boldi, presidente di Arezzo Fiere, si è detto "orgoglioso del cammino fatto dal 2014 a oggi e di cosa è diventata la fiera dell'oro". Ha anche ricordato l'arrivo della delegazione russa e dei Paesi dell'ex Urss, con Roman Putin, il nipote del presidente della Russia Vladimir Putin. Il sindaco Ghinelli ha rimarcato l'importanza del comparto orafo per Arezzo, augurandosi una fiera di successo che sia leva per l'intero sistema economico aretino. "Le grandi idee sviluppate dal territorio aretino e più in generale da quello toscano - ha detto - sono qui tradotte in una reale produzione manuale, emblema del territorio". Vincenzo Ceccarelli ha proposto iniziative comuni tra la fiera d'autunno Gold Italy e la fiera antiquaria per rimarcare la centralità di Arezzo, radicare OroArezzo sempre più nel tessuto cittadino e al contempo valorizzare l'antiquaria, tradizionale cartolina della città.

Dopo i saluti in auditorium, ha preso ufficialmente il via la manifestazione con il taglio del nastro ma già, negli spazi del palaffari, era cominciata la fiera vera e propria con i primi contatti tra espositori e buyers. Splendidi i gioielli custoditi nelle teche, netta la preponderanza degli orafi aretini guidati dalle griffe tradizionali quali UnoAerre e Graziella, senza trascurare gli altri marchi di grandissmo spessore e qualità. Un intero comparto del palaffari è stato poi destinato a espositori turchi, una presenza inedita in queste dimensioni, il segno di come OroArezzo sia ormai una fiera di livello mondiale seppure di dimensioni contenute rispetto ad altre manifestazioni del settore.

C’è di tutto nella grande giornata di Arezzo, nel sabato dell’inaugurazione della fiera dell’oro. lo stesso sabato nel quale in centro va in scena l’Antiquaria. Sabato speciale, dunque. Luccicante come i gioielli che da stamani sono in mostra negli stand espositivi di un palaffari tirato a lucido anche scenograficamente grazie alla mano ispirata di Beppe Angiolini.

La sorpresa si chiama Roman Putin, facoltosissimo imprenditore russo nonché nipote di Vladimir, lo «zar» degli anni Duemila, presidente e uomo forte dell’ex impero di Mosca. Roman Putin arriva a capo di una delegazione composta da rappresentanti della Russia e delle repubbliche ex Urss, membri prestigiosi dell’Unione Economica euroasiatica composta anche da Bielorussia, Kazakistan e Armenia. In delegazione pure il presidente della Confindustria russa. Gli ospiti si tratterrano due giorni e avranno modo di ammirare le bellezze della città.

Domani prenderanno inoltre parte a una cena ristretta con il gotha dell’imprenditoria locale, una trentina di persone e un filo comune denominatore: parlare di business. L’obiettivo è chiaro.

Dice Boldi: «Guardiamo avanti, a un mercato potenziale di duecento milioni di persone». Insomma, l’oro aretino volge lo sguardo verso Est nella ricerca di una frontiera non nuova, ma certamente ricca di sviluppi futuri e di suggestioni. E la visita del nipote di Putin, e degli altri imprenditori, significa appunto questo: interesse verso il made in Italy e verso Arezzo. Un interesse da coltivare con scambi di opinioni e di viaggi, sul tappeto un asset invidiabile come la produzione di oreficeria di altissima qualità, probabilmente unica al mondo.