Industriali, grido d'allarme sulla ripresa: con il decreto è rischio decrescita

«La stima è che il 30-40% dei contratti in scadenza possa andare perso». Proteste sulla questione infrastrutture. L'ex ministro Calenda all'attacco

Campinoti, Calenda e Bernini

Campinoti, Calenda e Bernini

Arezzo, 19 luglio 2018 - Sala gremita ad Arezzo Fiere per l’assise 2018 di Confindustria, dedicata al tema dell’innovazione e dell’industria 4.0. Non c’era il sottosegratorio al lavoro e alle politiche sociali Claudio Durigon, trattenuto a Roma ma presente in videoconferenza per alcuni minuti, c’era invece l’ex ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, assieme al presidente di Confindustria Toscana Sud, Paolo Campinoti.

A fare gli onori di casa il presidente della delegazione aretina Fabrizio Bernini che ha fatto il punto della situazione aretina: «Arezzo esporta per oltre 6,5 miliardi di euro, quasi il 20% del dato regionale e l’1,5% di quello nazionale. Negli anni di crisi, l’export aretino è cresciuto di 4% e oggi la nostra provincia è seconda in Toscana dopo Firenze per valore di vendite all’estero».

Un quadro tutto sommato positivo sul quale però pesa l’incertezza: «Le politiche protezionistitiche sugli scambi internazionali non giovano». E poi c’è la questione del «decreto dignità», valutato in maniera negativa praticamente da tutta l’assise: «I provvedimenti emanati nel passato – continua Bernini – come il Jobs Act e il piano industria 4.0 hanno permesso l’aumento degli investimenti privati e delle esportazioni. Il decreto dignità rischia di essere ampiamente negativo se non verrà modificato. Mentre i dati Istat certificavano una crescita, il Governo con questo decreto rischia di innescare la retromarcia».

Non ci sono stime ufficiali su quanti posti di lavoro temono vadano persi sul territorio, nel caso il decreto passasse così come formulato ora, ma gli industriali sono sicuri che il quadro sarà in rosso: «A livello globale – spiega ancora Bernini – ci sono 900 mila contratti in scadenza quest’anno e si stima che il 30-40% andrà perso».

Molto critico con il Governo anche il presidente Campinoti che, oltre al decreto dignità, ha criticato l’uscita del ministro Toninelli per il quale sarà l’aeroporto di Pisa, e non quello di Firenze, lo scalo strategico della Toscana: «Questo è inaccettabile. Impensabile non dare un maggior peso a Firenze, che tra l’altro ha un’ importanza strategica per tutta la Toscana del sud. Per attrarre investimenti dobbiamo creare le condizioni affinché le imprese possano operare al meglio e non è possibile senza infrastrutture. Nella Toscana del sud sono quasi completamente assenti».

Molto duro l’ex ministro Carlo Calenda che ha definito il decreto dignità: «Rischia di frenare la crescita e senza crescita non può esserci né giustizia sociale né sicurezza finanziaria. Per aumentare i consumi è necessario proseguire il lavoro che abbiamo iniziato, agevolando l’export, con l’alleggerimento del peso fiscale su imprese e lavoro, e spingere su investimenti tecnologici».

Di qui l’importanza di innovare tenendo presente che, ha concluso Bernini: «Digitalizzare non vuol dire inserire un nuovo software connesso a un macchinario. Significa seguire la vita del prodotto fino alla sua rottamazione, in questo modo, tramite le nuove tecnologie, possono nascere nuovi mestieri in grado di dare un futuro ai giovani, in modi che fino a qualche anno fa non si potevano immaginare».