Green pass. Contrari alcuni ristoratori valdarnesi

Il nuovo provvedimento trova in disaccordo alcuni operatori della ristorazione. "Ci mette i bastoni tra le ruote".

Polemiche sul Green Pass

Polemiche sul Green Pass

Arezzo, 26 luglio 2021 - Dal 6 agosto tutti i cittadini di età superiore ai 12 anni dovranno mostrare il Green Pass per mettersi a sedere in bar e ristoranti al chiuso. Il certificato viene rilasciato a 15 giorni dalla prima dose di vaccino, a seguito della guarigione dal covid, oppure con l’effettuazione di un tampone con esito negativo. Una misura molto discussa, che è stata ufficializzata nella giornata di ieri. Abbiamo chiesto a dei ristoratori della zona un parere. “Il green pass ci porterà sicuramente delle problematiche – afferma Tommaso Rampi, del ristorante “La Ferriera” di Loro Ciuffenna – Questa misura è un ulteriore complicazione che va ancora una volta a danneggiare noi ristoratori. Speriamo che non porti a un nuovo calo, visto che comunque la stagione stava andando molto bene, ai livelli pre covid: ci sono molti turisti da America, Austria, Danimarca che lo scorso anno non c’erano”. “Il nostro locale sta vivendo già di per sé una trasformazione, dato che adesso proponiamo solo prodotti gluten-free, la sera si lavora sì ma non ancora ai livelli pre-pandemici – dice Enrico Vestrini del “Bistrot 8.0” di Figline – Questo nuovo obbligo ci mette i bastoni tra le ruote, penso sia una cosa nel complesso giusta, ma doveva essere organizzata in modi e tempi diversi. Sembra che sia colpa nostra se i contagi stanno risalendo”.

La pensa in modo simile anche Giuseppe Caruana, della Locanda “Casariccio” a Bucine: “La stagione estiva sta andando piuttosto bene, ci sono pochi turisti ma la clientela locale è comunque presente, però questa nuova norma non ci voleva. Penso che il green pass sia discriminatorio viste le tante persone non vaccinate; già la gente non è invogliata ad uscire di casa di suo, mettere dei nuovi paletti di certo non aiuta”. Chiaramente è un campione che non può rappresentare il parere dell’intera categoria di ristoratori. Quel che è certo è che il green pass è una norma che fa decisamente discutere. Il decreto prevede anche sanzioni per i gestori dei locali che non facessero rispettare le regole. “I titolari o i gestori dei servizi e delle attività autorizzati previa esibizione del green pass – si legge – sono tenuti a verificare che l’accesso a questi servizi e attività avvenga nel rispetto delle prescrizioni. In caso di violazione può essere elevata una sanzione pecuniaria da 400 a 1000 euro sia a carico dell’esercente sia dell’utente. Qualora la violazione fosse ripetuta per tre volte in tre giorni diversi, l’esercizio potrebbe essere chiuso da 1 a 10 giorni”.

Il presidente nazionale della Fipe Confcommercio, Lino Enrico Stoppani, ha sottolineato che “il 40% degli esercizi a livello nazionale non ha aree esterne e 18 milioni di persone non sono ancora vaccinate. Sono 18 milioni di clienti che certe attività rischiano di perdere, così si riduce la domanda e si rischia di perdere una potenziale fetta di clientela che vale 18 milioni di persone”. ”Sono misure che creano un impatto economico, un impatto organizzativo e assegnano responsabilità individuali collettive alla categoria e che ritengo inefficaci” ha evidenziato il numero uno di Fipe, secondo il quale il provvedimento varato ieri dal governo “colpisce la ristorazione e i settori che sono usciti in ginocchio dalla pandemia”. “Se l’obiettivo è stimolare gli over 60 a vaccinarsi – ha precisato ancora Stoppani- si tratta di una categoria che va in minima parte al ristorante”. “Il problema si pone inoltre per la fascia d’età 14-19 anni che ancora non ha il green pass – sottolinea Stoppani – per cui i genitori entreranno nei locali e i figli no”. Per non parlare degli italiani che hanno fatto il vaccino in Paesi come il Regno Unito, per i quali l’Italia non ha ancora riconosciuto il green pass. ‘