Gold Italy, c'era una volta la fiera: l'evento si trasforma in workshop, vince il digitale

Sabato parte la nuova edizione al Centro Affari: duecento aziende e altrettanti buyers. E il sospetto che l'interesse di Ieg per l'aqcuisto sia calato

Gold Italy 2014 arezzo fiere oro

Gold Italy 2014 arezzo fiere oro

Arezzo, 24 ottobre 2019 - Da fiera a workshop. «Non è un declassamento» assicura Adelaide Ruzzi, manager di Arezzo Fiere, ma è di sicuro la certificazione che molto è cambiato. Gold Italy, secondo appuntamento orafo dell’anno al centro affari, cambia pelle, assume un taglio business, abolisce la scenografia e punta tutte le sue carte sul contatto digitale fra azienda e compratore. In pratica il buyer arriva ad Arezzo a colpo sicuro: in agenda, attraverso una piattaforma digitale, ha già prenotato sette appuntamenti con gli stand di riferimento.

«Ma c’è un vantaggio grosso - insiste Ruzzi - perché nel motore abbiamo messo uno strumento in più che piace agli operatori. Lo dimostra il successo che la piattaforma ha avuto, permettendo di programmare in anticipo gli incontri». Si astiene dunque dall’intervento il direttore artistico Beppe Angiolini, la cui mano si era vista anche nell’ultima Gold Italy nella veste originaria dell’autunno scorso.

E al palaffari ci saranno solo gli stand senza il contorno che aveva caratterizzato le edizioni precedenti della fiera aretina. «E’ stata una scelta precisa - dice ancora Adelaide Ruzzi - quella di dare un taglio business alla seconda manifestazione orafa, anche per non appesantire il già ampio panorama delle fiere. Su OroArezzo della primavera prossima saà invece concentrato tutto lo sforzo di Beppe Angiolini per quel tocco scenografico che sempre ha contraddistinto l’esposizione».

Resta il sospetto di un ridimensionamento di Gold Italy, peraltro anche negli anni passati una fiera minore davanti alla quale gli operatori orafi erano sempre rimasti piuttosto freddini, pur dovendo necessariamente partecipare. Il tutto va a inquadrarsi nell’ambito di rapporti con Ieg forse non idilliaci come nei primi tempi. Ha forse pesato aver fatto decadere la proposta irrevocabile di acquisto delle fiere lanciata a fine 2018 dal colosso riminese, con la necessità di dover riannodare con un nuovo management i fili della trattativa.

Vendita che rimane però, allo stato, l’unica strada possibile per assicurare un futuro al centro affari. Tornando a Gold Italy, va comunque sottolineato che i numeri della partecipazione rimangono buoni: duecento espositori e duecento buyers dai principali mercati del mondo, «con una delegazione di altissimo livello - osserva Adelaide Ruzzi - in arrivo dagli Stati Uniti: si tratta di 35 operatori di gruppi importantissimi che innalzano l’asticella qualitativa di questa edizione».

Presenze nutrite anche dall’Asia e naturalmente da Dubai e dal Medioriente in generale, principale bacino di riferimento per le esportazioni degli orafi aretini. I buyers avranno modo di valutare il meglio della produzione italiana. Tutte made in Italy le aziende presenti al palaffari, con una grande maggioranza di marchi locali. Si va a cominciare sabato 26, contatti e affari fino a lunedì prima che cali il sipario.