Fratelli d'Italia sulla Fimer. "Ci vuole il coinvolgimento di tutti"

Per il partito della Meloni solo uno sforzo di istituzioni e privati potrà salvare l’occupazione e rilanciare l’azienda, senza dimenticare anche le aziende collegate e creditrici.

La Fimer

La Fimer

Arezzo, 03 gennaio 2022 - Fratelli d’Italia della provincia di Arezzo è intervenuto sulla delicata vicenda della Fimer, esplosa nelle ultime settimane anche con assemblee in piazza e presidi dei lavoratori. Per il partito della Meloni solo uno sforzo di istituzioni e privati potrà salvare l’occupazione e rilanciare l’azienda, senza dimenticare anche le aziende collegate e creditrici. “Centinaia di posti di lavoro sono in pericolo e un intero comparto dell’elettronica di eccellenza in Valdarno rischia di scomparire, proprio adesso che in questo ambito vi è una altissima domanda dei prodotti che questa azienda può produrre”. È quindi necessaria una unione di intenti tra le parti in causa, per evitare l’irreparabile. “Chiediamo però anche di approfondire le cause che hanno portato a questo stallo e dissesto. Verificare se vi siano cause esogene quali il costo esorbitante e la mancanza delle materie prime, piuttosto che la concorrenza nel settore, oppure se vi siano problemi strutturali, quali la mancanza di liquidità, l’eccesso di figure dirigenziali rispetto a quelle produttive, uno sbilanciamento economico e finanziario, sempre che sia reversibile con idonee misure – ha aggiunto Fratelli d’Italia – Di certo, in assenza di una proprietà capace di poter investire, andrà trovata una realtà disposta a farlo e a mettere nuove risorse nella fabbrica per rilanciarla, oppure andranno adottati strumenti giuridici quali un concordato in continuità, per salvare il salvabile e riavviare la produzione in pieno regime. Certo, in questo ultimo caso verrebbero scaricati debiti sulle società collegate alla Fimer che vantano crediti nei confronti dell’azienda, che rischieranno a loro volta di avere problemi finanziari".

" Le istituzioni pertanto – ha concluso FdI – dovranno sostenere non solo la Fimer, ma tutte le aziende collegate che potrebbero subire o subiranno di sicuro degli effetti negativi, per evitare che per risolvere un problema se ne creino altri 100”. La tempistica, in questi casi, è molto importante, perché se slitta l’ingresso di nuovi soggetti i problemi rimangono sul tappeto. Se non si produce, l’azienda non fattura, non riscuote, e di conseguenza non soddisfa gli ordini dei clienti. Intanto i lavoratori proseguono la loro azione di protesta. Un nuovo tavolo al Mise è previsto per l’11 gennaio.