Fiere orafe, l'ago della bilancia è la Camera di Commercio: così il braccio di ferro

A oggi sul fronte del no ci sono Comune e Provincia, sul sì c'è la Regione: le due linee spiegate da Ghinelli e dall'assessore regionale Ciuoffo

L'apertura di Oro Arezzo

L'apertura di Oro Arezzo

Arezzo, 30 dicembre 2018 - Una partita tutta da giocare ma che a oggi pende verso la bocciatura della cessione delle fiere orafe a Ieg. Il cda di Arezzo Fiere (il presidente Boldi e il rappresentante della Regione Vitali) ha indetto l’assemblea dei soci che dovrà votare sì o no e che si terrà, con ogni probabilità, il 25 gennaio. Due gli orientamenti: sul via libera potrebbe orientarsi la Regione, almeno a quanto si evince dalle parole dell’assessore Stefano Ciuoffo: «L’offerta - non sembra discostarsi molto dalle ipotesi di acquisto iniziali, con il vantaggio di rendere subito bancabili i 5,2 milioni del pagamento rateale».

Per il no è il Comune con il sindaco Alessandro Ghinelli che vede nella cessione anticipata una perdita secca di un milione rispetto a quanto previsto dal contratto in essere. Ghinelli parla anche a nome di Provincia e Camera di Commercio, enti con i quali aveva firmato una lettera di diffida al cda intimandolo a non «assumere qualsiasi deliberazione» circa «la proposta irrevocabile di esercizio immediato dell’opzione di trasferimento delle manifestazioni orafe».

Il fronte del no, da non intendersi in senso di schieramento politico, comprende dunque - come afferma lo stesso sindaco - anche la Camera di Commercio. Guardando alla composizione societaria, la somma delle quote del fronte arriva al 43%, superiore al 39,88% della Regione. Un altro 5% è in possesso di Ubi, ma le banche, in genere, si astengono. Il resto è parcellizzato tra circa trecento imprenditori orafi, ognuno in possesso di poche azioni.

Se dunque le cose rimanessero tali, la proposta di Ieg andrebbe incontro al naufragio. Ma i sostenitori dell’accordo sostengono che la posizione della Camera di Commercio non è definita e che dovrà dunque passare da una giunta dove peraltro, al momento, le posizioni sarebbero allineate, tranne un’eccezione, con il presidente Massimo Guasconi che con Ghinelli e Silvia Chiassai ha firmato la diffida.

Netta la presa di posizione del Comune di Arezzo che parte dalle dimissioni di tre componenti del cda alle quali segue a ruota la convocazione del cda stesso da parte di Boldi. Ma ancora, scrive Ghinelli, «la proposta irrevocabile non c’è, non esiste, quantomeno in una formulazione completa e dettagliata. Esiste solo una mera comunicazione del 28 maggio con la quale Ieg manifesta l’intenzione di esercitare il diritto di opzione anticipatamente.., con importi diversi rispetto all’odierna proposta».

Ancora. «Qualcuno risponda alla domanda: come faceva il presidente a convocare un cda per discutere la proposta irrevocabile, quando questa non era nemmeno all’orizzonte? Perché poi questa proposta arriva la sera prima del cda e nessuno si preoccupa di farla conoscere ai soci?».

Nel merito: «La proposta irrevocabile non risulta essere fin dalla prima lettura un vero e proprio affare, e comunque necessita di uno studio approfondito e di una successiva negoziazione, impossibile in pochi giorni nel periodo delle festività natalizie. Se fosse frettolosamente accettata comporterebbe la definitiva e irrimediabile perdita delle uniche manifestazioni che portano un qualche reddito: GoldItaly e OroArezzo, senza nessuna garanzia che rimangano ad Arezzo».