Etruria, ecco le regole per i rimborsi: e riesplode la rivolta dei bondisti azzerati

«No alla tagliola dei tempi, cinque mesi sono pochi per produrre la documentazione». Dal risarcimento escluse alcune fasce di risparmiatori

La protesta dei risparmiatori

La protesta dei risparmiatori

Arezzo, 16 giugno 2017 - Azzerati di nuovo in rivolta. Nella Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il decreto del Mef che disciplina l’arbitrato in favore dei subordinatisti di Etruria, Marche, Chieti e Ferrari che hanno perso i loro investimenti in seguito al default. Per loro è scattata una tagliola temporale: le domande per accedere all’arbitrato devono in fatti essere inoltrate entro cinque mesi dalla data della pubblicazione in Gazzetta, il 13 giugno (il decreto è del 9).

Alla domanda deve essere allegata una montagna di documenti, c’è un tetto massimo del rimborso e insieme a questo una certa discrezionalità del Fondo Interbancario, delegato al risarcimento, nello stabilire la cifra da rifondere. Lo schema della procedura prevede appunto che il Fondo proponga una cifra, se il richiedente non è soddisfatto potrà aprire un contenzioso davanti al collegio arbitrale. Il tempo complessivo è appunto di cinque mesi.

Entro 30 giorni il Fondo deve proporre agli obbligazionisti azzerati e non ristorati forfettariamente la facoltà di chiedere il rimborso che dovrà essere esercitata entro i successivi quattro mesi. Immediate le reazioni, a cominciare da quella di Letizia Giorgianni, leader dell’associazione Vittime del salvabanche diventata la Giovanna d’Arco del movimento degli azzerati. «Notevole perplessità - dice Giorgianni - inziando dal capestro dei cinque mesi di tempo. Reduci dall’esperienza del forfait all’80% abbiamo capito quanto ci vuole per reperire e produrre documenti, a volte è stato possibile soltanto con l’ausilio degli avvocati. Gli unici che potrebbero non essere in difficoltà sono coloro che avevano presentato la documentazione per il risarcimento forfettario e che non l’hanno ottenuto».

Ma c’è un’altra questione che sta a cuore a Giorgianni: «Accede all’arbitrato solo il risparmiatore che ha avuto un rapporto negoziale diretto con la banca, esclusi tutti gli altri. Abbiamo casi paradossali di persone che hanno acquistato subordinate da Banca Federico del Vecchio, che faceva parte del gruppo, e che sono considerati acquirenti al mercato secondario e vengono dunque tagliati fuori dalla possibilità di un risarcimento».

Bordate di critiche anche dal Comitato degli Azzerati del Salvabanche, rappresentato da Silvia Battistelli e Alvise Aguti. «Il Fondo - sostiene il comitato - stabilirà come e di quanto risarcire i risparmiatori a cui venisse, in sede arbitrale, accertata la vendita fraudolenta». Le regole, si osserva, arrivano «a distanza di 15 mesi rispetto al decreto legge che prevedeva l’istituzione dell’arbitrato e a oltre un anno dai termini stabiliti dallo stesso decreto».

In più «il decreto non sancisce in caso di truffa accertata un rimborso totale, come sembrerebbe ovvio, ma lascia completa libertà di azione nello stabilire importi massimi, modalità, tempi a un entità privata (il Fitd) attraverso lo strumento di un’offerta pubblica, che dovrà essere presentata dal Fondo entro il 13 Luglio e che diverrà vincolante per chiunque intenda ricorrere alla procedura arbitrale».