Cose di Lana, la cooperativa dei dipendenti pronta per acquisire Supermaglia

A firmare dal notaio vanno 38 delle 87 attuali maestranze del maglificio: "Lo facciamo per garantire continuità all'attività aziendale e le commesse non mancano"

Il negozio Cose di Lana nella zona industriale di Santafiora a Sansepolcro

Il negozio Cose di Lana nella zona industriale di Santafiora a Sansepolcro

Arezzo, 7 giugno 2018 - L’azienda pronta per essere acquistata dai dipendenti, con il contestuale addio della famiglia Conti, che l’ha fondata oltre 70 anni fa. Stiamo parlando di Cose di Lana a Sansepolcro, di Supermaglia che ha intenzione di acquisirla con i suoi marchi e di un gruppo di maestranze che vuole a sua volta prendere il 100% di Supermaglia. Venerdì 8 giugno, davanti al notaio, verrà espletata la procedura di costituzione della cooperativa composta da 38 delle 87 unità al momento presenti in una realtà produttiva che nel periodo più florido della sua attività è arrivata contarne sui 250, anche se tutt’oggi è in grado di muoverne 400 a livello di indotto. Intanto, la nuova asta giudiziaria per Cose di Lana – la terza della serie, dopo le precedenti due andate deserte – è stata fissata per venerdì 29 giugno, con prezzo base sceso a 924mila euro (-15% rispetto al precedente importo), ma l’interesse è concentrato sugli ultimi freschi sviluppi: “Se abbiamo deciso di compiere questo passo – ha dichiarato la dipendente Benedetta Bianchi, che potrebbe diventare la presidente della costituenda cooperativa – è proprio perché c’è in noi la forte volontà sia di portare avanti le commesse in corso (e ne abbiamo!), sia di garantire la prosecuzione della storia e della tradizione industriale, continuando a produrre capi firmati “Il Granchio”, “Bramante” e “Francesca Dei”. Due le puntualizzazioni che quindi intendiamo fare: nessuna preoccupazione di sorta sul futuro dell’azienda, come è apparso in questi giorni e soprattutto nessuna imposizione piovuta dall’alto. È stata una scelta personale di noi dipendenti, nella convinzione di poter salvaguardare la continuità aziendale, per cui 38 di noi saranno titolari e insieme “operai” e gli altri soltanto dipendenti, ma ci saremo tutti”.