Bekaert. Si apre un anno decisivo

Dopo la proroga della cassa integrazione per i quasi 200 dipendenti dello stabilimento valdarnese, adesso si attende la reindustrializzazione del sito.

Manifestazione sulla Bekaert

Manifestazione sulla Bekaert

Arezzo, 04 gennaio 2020 - Il 2020 sarà un anno fondamentale per il destino dei quasi 200 lavoratori dello stabilimento Bekaert di Figline parte dei quali, come noto, residenti in Valdarno Aretino. Poco prima di Natale è stato siglato l’accordo per la proroga della cassa integrazione. Una delegazione della multinazionale ha nuovamente incontrato i rappresentanti delle organizzazioni sindacali all’ufficio dell’Agenzia Regionale Toscana per l’Impiego a Firenze, nell’ambito della procedura di licenziamento collettivo iniziata in ottobre. La società si è dunque resa disponibile alla proroga della cassa integrazione con decorrenza dal 1° gennaio 2020, al fine di concludere le azioni e gli interventi in corso volti alla possibile reindustrializzazione del sito e al massimo riassorbimento occupazionale dei lavoratori Bekaert. Ad oggi complessivamente sono 196 quelli ancora in cassa integrazione straordinaria. L’azienda ha inoltre garantito misure di incentivazione per coloro che sceglieranno l’esodo volontario.

Passi in avanti importanti, ma che non sono ancora sufficienti a sbloccare definitivamente la situazione, come ha confermato il deputato di Forza Italia Stefano Mugnai, che prima della pausa natalizia ha presentato un’interrogazione al Ministro Stefano Patuanelli e al ministro del Lavoro Nunzia Catalfo per sapere quali iniziative intendono assumere per favorire l’individuazione di una soluzione positiva per il salvataggio dello stabilimento. La notizia della proroga della cassa integrazione è senza dubbio importante per guadagnare tempo “ma – ha detto Mugnai - non ci si può certo accontentare di una soluzione che è solamente temporanea”. Il deputato valdarnese ha infatti ricordato che sono quasi 200 i dipendenti che insieme alle loro famiglie attendono una svolta positiva per l’azienda e per il loro futuro.

“Vi è la necessità che vengano valutate al più presto le manifestazioni di interesse sino ad oggi pervenute – ha aggiunto Mugnai -. Intanto quella di Trafilerie Meridionali di Chieti, il cui piano sembrerebbe essere stato giudicato interessante dal governo. Trafilerie è un soggetto industriale di dimensioni limitate – ha proseguito il parlamentare – , che potrebbe non disporre di tutte le risorse necessarie per l’acquisizione e il rilancio dello stabilimento. Si renderebbe dunque necessario coinvolgere un soggetto privato molto forte che affianchi Trafilerie, magari un’acciaieria che potrebbe fornire la materia prima, anche per poter far fronte alla concorrenza delle multinazionali che operano in questo difficile mercato. E poi quella della cooperativa di dipendenti. Ipotesi per un verso molto suggestiva – ha concluso Mugnai -, che però deve fare i conti con un settore d’impresa molto complesso. E non sarebbe accettabile che si esponessero i lavoratori in prima persona ad un rilevante rischio d’impresa senza delle solide garanzie. È necessario dunque che le cose siano fatte per bene, ma anche in fretta, perché sei mesi passano alla svelta”.