Bekaert. La Fiom Cgil chiede la proroga della cassa integrazione

La Cgil ha ricordato che rimangono solo tre mesi alla data di scadenza della cassa integrazione per cessazione di attività. Un periodo che rischia di non essere sufficiente per affrontare nuovi percorsi.

Lavoratori Bekaert

Lavoratori Bekaert

Arezzo, 19 settembre 2019 - E’ un vero e proprio grido d’allarme quello lanciato in queste ore dalla Fiom Cgil di Firenze in merito alle prospettive del sito della Bekaert e alle prospettive dei lavoratori, tutti valdarnesi. “La politica si è dimenticata dei lavoratori Bekaert. Ora che il Governo si è insediato ci aspettiamo non solo la convocazione al tavolo ministeriale, ma risposte concrete circa gli interessamenti al progetto di reindustrializzazione del sito di Figline Valdarno, che erano stati palesati anche nell'ultimo incontro svoltosi a luglio scorso”. A parlare in questi termini Daniele Calosi, che ha riacceso di nuovo i riflettori sull’azienda figlinese. La Cgil ha ricordato che rimangono solo tre mesi alla data di scadenza della cassa integrazione per cessazione di attività. Un periodo che rischia di non essere sufficiente per affrontare un percorso che renda di nuovo efficiente e produttiva la fabbrica.

“Per questo – ha detto Calosi - chiediamo sin d'ora al Ministero del Lavoro la proroga della cassa integrazione. Diversamente, le responsabilità della perdita di oltre duecento posti di lavoro - e dell'impoverimento economico ed industriale del territorio - saranno di coloro che non si sono adoperati per salvaguardare l'occupazione ed una realtà produttiva strategica per il Valdarno. Uno stabilimento vuoto e 220 lavoratori che si vedono cancellato il proprio posto di lavoro non sono l'Italia viva ma la carne viva, ferita da un Paese che non è in grado di tutelare i cittadini e progettare una politica industriale degna di questo nome. Noi siamo pronti a fare la nostra parte”.

E’ passato poco più di un anno esatto da una delle pagine più nere della storia recente del territorio. Era il 22 giugno del 2018. Una giornata drammatica per il Valdarno, ma soprattutto per le 318 famiglie dei lavoratori della Bekaert di Figline, stabilimento nel quale lavoravano anche moltissime persone di San Giovanni, Montevarchi, Terranuova, Cavriglia e Castelfranco Piandiscò. Un giorno nel quale fu inferto un duro colpo al mondo produttivo della vallata. Senza tanti giri di parole, la multinazionale Bekaert, proprietaria dell’importante azienda figlinese, annunciò ai dipendenti che avrebbe chiuso il sito produttivo di via Petrarca. In un attimo questa decisione cambiò la vita a 318 lavoratori e alle loro famiglie. Sono trascorsi quasi dodici mesi e la preoccupazione è ancora tanta. “Oggi sulla Bekaert ci sono ancora tante incertezze e la necessità di trovare un percorso chiaro per la reindustrializzazione.