Bekaert. Ieri a Roma incontro interlocutorio. E cresce la preoccupazione

Nella capitale si è svolto il tavolo tecnico istituito dal Mise. Ci sono quattro manifestazioni d'interesse, di cui due in fase più avanzate. Ma i sindacati chiedono un'accelerata.

Il tavolo a Roma sulla Bekaert

Il tavolo a Roma sulla Bekaert

Arezzo, 18 luglio 2019 - Rimane incerto il destino degli oltre 200 lavoratori dello stabilimento Bekaert di Figline Valdarno, nel quale lavoravano anche molti dell’area aretina del Valdarno. Ieri mattina, a Roma, si è svolto il tavolo tecnico istituito dal Mise, che è stato però interlocutorio. Le reazioni, però, sono state diverse. I rappresentanti della multinazionale belga si sono detti soddisfatti. “ Le attività di ricerca e selezione di possibili soggetti reindustrializzatori, tutt’ora in corso, hanno prodotto molteplici contatti, con alcune concrete possibilità di reindustrializzazione – ha detto la Bekaert -. Tra le ipotesi più rilevanti su cui si sta lavorando, quella di un’azienda italiana, attiva nel settore delle lavorazioni metalliche,che ha presentato un piano industriale per la produzione a Figline di “filo di tubo” , con la previsione di assumere nel primo anno di attività 90 lavoratori. Numero che si vorrebbe poi portare a crescere nel triennio successivo”.

E’ stato poi confermato anche l’interesse ad una reindustrializzazione della multinazionale Bielorussa BMZ, con la quale proseguono fitti contatti informativi a tutti i livelli, propedeutici alla presentazione del piano industriale”. Riguardo al ricollocamento attivo dei lavoratori, la Bekaert ha annunciato che sono state intercettate sin ora 193 offerte di lavoro compatibili con i profili dei lavoratori, di cui 39 ancora disponibili, e sta proseguendo il matching tra domanda e offerta e il lavoro. La Fiom Cgil è uscita invece dall’incontro con molte perplessità. “Non siamo soddisfatti – ha detto infatti Daniele Calosi, Segretario Generale di Firenze – . Dopo 111 giorni dall’ultimo incontro, oggi Sernet ha illustrato lo stesso disegno. Le principali proposte di rilevare lo stabilimento sono ancora due, entrambe interessate alla produzione di filo tubi”. La Fiom ha ribadito che la soluzione finale deve salvaguardare tutti i 224 lavoratori ancora ad oggi in cassa integrazione, utilizzando anche nuovi ammortizzatori sociali. “Diversamente da ciò il sindacato non firmerà alcun accordo”. Calosi ha poi annunciato che la cooperativa dei lavoratori presenterà un piano industriale nelle prossime settimane e che due soggetti industriali indiani, di cui non si conosce ancora il nome a causa del vincolo di riservatezza, hanno manifestato il loro interesse.

Fabio Franchi e Alessandro Beccastrini della Cisl hanno invece parlato di incontro interlocutorio che non può quindi lasciare soddisfatti. “Sono necessari ulteriori sforzi da parte del Mise e dell’advisor, perché il tempo sta scorrendo e il fattore tempo è determinante – hanno detto - . Abbiamo per questo chiesto e ottenuto un nuovo incontro a settembre, per verificare il piano industriale di BMZ e l’esito della visita della società indiana. Il dato positivo – hanno aggiunto - è che sia il Ministero che la Regione Toscana hanno condiviso la nostra richiesta di risolvere la vertenza in continuità di rapporto di lavoro”.