"Bar Stefano", stop dopo 30 anni: ma il locale riparte con altri gestori

I titolari mollano ma nome e ambienti sdtorici riapriranno a inizio aprile. Gli spazii voluti da Konz e che sarebbero diventati famosi come «Gli Svizzeri»

Massimo e Simonetta Frivoli

Massimo e Simonetta Frivoli

Arezzo, 27 febbraio 2018 - La storia del "Bar Stefano" continua. Chiude ma in realtà riaprirà, ci assicurano tutti, più forte nel giro di pochi giorni. I locali de «Gli Svizzeri» sono sprangati ormai da settimane ma pronti a rigettarsi nella mischia. Due storie, due storie diverse. Che si incrociano per la seconda volta.

La prima era stata nel 2012. Un bar in cima al Corso, caro agli aretini e in particolare ai ragazzi, per i famosi bomboloni: e un locale storico, con i piedi piantati alla metà dell’800. I piedi e gli arredi, ancora quelli originali. Stefano si era trasferito di pochi metri, da un lato all’altro del canto de’ Bacci. Ora i titolari di quell’operazione fanno un passo indietro. Quattro fratelli, la famiglia Frivoli.

Decisiva la morte di Paolo, all’inizio dell’anno: lui, l’anima e insieme il segreto di quei bomboloni e di una pasticceria che era diventata il loro marchio di fabbrica. «Eravamo partiti tutti insieme – racconta Simonetta, l’unica sorella – e non ce la sentiamo di andare avanti senza di lui». A fine anno avrebbero smesso lo stesso, il destino ha anticipato i tempi. «Ma continueremo qualche mese per affiancare chi ci sostituirà» assicura Massimo.

Il nome è ancora segreto ma la trattativa ben avviata. A meno di problemi la staffetta sarà in corsa. Probabilmente ai primi di aprile riaprirà con la nuova gestione ma che conserverà quei locali dal sapore della storia e quel nome, reincrociando gli stessi ingredienti del 2012. Dettagli? Pochi. Se non che tra le tante scelte il locale manterrà la centralità della pasticceria, proprio per evitare contraccolpi.

Una soluzione che spazza via il fiume di dubbi che circolavano intorno a quella vetrina. Al posto della scritta «chiuso per motivi familiari» ora campeggia un più promettente «prossimamente nuova gestione». Un indizio che già aveva escluso che in quella posizione strategica, in cima al Corso, potesse maturare uno strappo. C’era già chi prefigurava un negozio di tipo diverso, un franchising, magari l’ennesima pizza a taglio.

E invece no, l’attività resta e resta in quei locali, che così succedono a se stessi, insieme al loro frammento di storia. Da un secolo ad un altro, da una famiglia all’altra. I Konz, già forti sia a Firenze che a Pisa, erano intenzionati a completare il triangolo altrove: si fermarono una stazione prima e scelsero Arezzo. Era quel fondo, oggi sprangato e presto riaperto. Lo stesso che ora prova per l’ennesima volta a tornare al futuro.