Arezzo Fiere, scenario bis: un amministratore unico per tre mesi? Impazzano le trattative

La soluzione ponte si affianca a quella, finora prevalente, di un nuovo cda guidato da Ferrer Vannetti. Unico punto certo: la sfiducia a Boldi, sempre che non si dimetta prima

Andrea Boldi

Andrea Boldi

Arezzo, 22 gennaio 2019 - Ogni giorno una nuova. Non è più così scontata la soluzione che pareva certa per chiudere la partita Arezzo Fiere, quella con Ferrer Vannetti presidente e Gino Faralli vice dopo la defenestrazione di Andrea Boldi. Ieri, infatti, è entrata con decisione nella vicenda anche una seconda ipotesi, emersa da un incontro avvenuto in mattinata a Firenze con il governatore della Toscana Enrico Rossi.

Invece di un’immediata ricostituzione di un nuovo consiglio di amministrazione, si sta profilando la possibilità di un interregno, di un periodo ponte che accompagni la società alla scadenza naturale del mandato, prevista per aprile. In questo caso sarebbe nominato un amministratore unico, espressione del territorio, con il compito di pilotare Arezzo Fiere per due-tre mesi, periodo da impiegare per un’analisi dettagliata del bilancio e delle prospettive societarie.

Lo stesso Faralli? Non è così certo. Bocche cucite sulla riunione, se non un messaggio criptico dell’assessore regionale alle attività produttive Stefano Ciuoffo: «Le modalità con le quali può essere ricostruita una nuova governance sono allo studio dei nostri uffici». Resta peraltro in piedi l’ipotesi originaria con la quale ripartirebbe da subito a pieno regime l’organismo societario.

Ci sono anche un paio di domande da porsi: come si può superare lo statuto di Arezzo Fiere che prevede in ogni caso un cda da un minimo di 5 a un massimo di 7 membri? E soprattutto: cosa succede con le trattative per la cessione delle fiere orafe a Ieg? Sarà l’amministratore unico a condurle? Filtra però che, pur in assenza di un Cda, i soci pubblici avrebbero comunque la delega a trattare, magari attraverso una cabina di regìa formata da professionisti incaricati dalle categorie economiche.

Torna dunque confusa la situazione a pochi giorni dall’assemblea dei soci convocata per il 30 aprile. L’unica cosa che per ora appare sicura è il voto di sfiducia al presidente Andrea Boldi, abbandonato anche da Confartigianato, l’associazione a cui appartiene. Non pare in dubbio nemmeno la posizione della Regione contraria a Boldi, peraltro già ufficializzata alcuni giorni fa dall’assessore Ciuoffo.