Arezzo Fiere, riparte la trattativa con Ieg. Cagnoni: "Pronti ad ascoltare le proposte"

Dopo l'assemblea le categorie rilanciano: "Lo slittamento non è una valutazione di merito dell'offerta di Rimini: la proposta merita un partner non delegittimato"

Il presidente di Ieg Lorenzo Cagnoni (Foto PasqualeBove)

Il presidente di Ieg Lorenzo Cagnoni (Foto PasqualeBove)

Arezzo, 1 febbraio 2019 - Arezzo Fiere il giorno dopo. All’indomani dell’assemblea ad alta tensione culminata nel rinvio, l’obiettivo adesso quello di riannodare i fili della trattativa con Ieg. Il quadro attuale è che l’offerta irrevocabile di acquisto per le fiere orafe aretine aveva come scadenza il 31 gennaio, appunto ieri; e che il colosso fieristico di Rimini ha preso atto della decadenza della proposta, provvedendo a saldare la rata di affitto di 1,2 milioni prevista nel contratto originario e che era stata incorporata nell’offerta stessa.

Ma questo, come già abbiamo evidenziato nell’edizione di ieri, non significa che la cessione sia tramontata. Lo stesso Lorenzo Cagnoni, presidente di Ieg, ha dichiarato: «Disponibili a verificare le nuove iniziative che arrivassero dalla controparte».

La disponibilità non manca, come testimonia la nota congiunta firmata dalle associazioni di categoria che hanno votato a favore del rinvio dell’assemblea, ovvero Confindustria, Confcommercio, Cna, Confartigianato e Coldiretti. Lo slittamento, certificano, «non rappresenta alcuna valutazione di merito» dell’offerta arrivata da Rimini.

E’ invece motivato dalla «necessità per i soci di avere maggiori informazioni, quelle che finora non sono state rese note e quelle che lo sono state solo negli ultimi giorni e quindi ancora da valutare a fondo». Le categorie sottolineano ancora: «Una questione così delicata e importante, sulla quale nel merito nessuno ha espresso apprezzamenti negativi, deve essere affrontata con la necessaria compiutezza, con collegialità e serenità e non con una pistola puntata alla tempia».

Torna di nuovo l’attacco alla gestione dell’attuale presidente Andrea Boldi che, salvo dimissioni, resterà in carico fino al 16 febbraio, giorno della nuova assemblea che avrà all’ordine del giorno al sua revoca e la ricostituzione di un nuovo consiglio di amministrazione: Ferrer Vannetti, leader di Confartigianato, e il commercialista Gino Faralli, i candidati a rivestire le cariche di presidente e di vice.

L’attacco, appunto: i soci «non intendevano far trattare la delicata vicenda da un organo amministrativo delegittimato, non più rappresentativo della compagine societaria e ormai, di fatto, scaduto. Sarebbe stato un bel segnale da parte del presidente prendere atto di questo e fare un passo indietro. Non è stato così» e ora «si tratta di attendere quindici giorni, preziosi per approfondire il tema». Infine l’auspicio: dopo le divisioni si apra un’epoca caratterizzata da unità di intenti.