Arezzo Fiere, la telenovela continua: la revoca del presidente Boldi slitta al 16 febbraio

Stamani non è stata votata la sfiducia: tra 15 giorni anche la nomina del nuovo Cda. Approvato invece il rinvio della risposta a Ieg malgrado il no della Regione

Andrea Boldi

Andrea Boldi

Arezzo, 30 gennaio 2019 - Non si è chiusa la presidenza di Andrea Boldi alla guida di Arezzo Fiere: l'assemblea dei soci si è riunita stamani ma come avevamo anticipato non ha potuto far altro che rinviare il nodo della revoca alla prossima seduta e metterla in calendario per il 16 febbraio. 

Il rinvio, apparentemente dettato da questioni tecniche (difetti di convocazione che gli staff legali hanno finito i valutare stamani, prima dell’assemblea) consentirà almeno a tutti di mettere a fuoco meglio posizioni e temi.

Al primo punto anche della seduta del 16 febbraio ci sarà di nuovo la sfiducia a Boldi e subito dopo la nomina del nuovo consiglio di amministrazione. Sul piatto però la questione più scottante resta quella della risposta all'offerta di Ieg sulla cessione delle fiere orafe.

Questione sulla quale l'assemblea di oggi ha registrato la prima divisione tra i soci: Comune, Provincia, Camera di Commercio hanno chiesto il rinvio della discussione. Punto sul quale invece la Regione ha espresso il suo parere negativo: ma pur essendo il socio forte non è bastato ad evitare l'ennesimo slittamento.

Chi guiderà Arezzo Fiere dopo la fine, ormai ufficiale, dell’era Boldi? Sembra farsi avanti la nomina di un nuovo Cda con pieni poteri, visto che quello vecchio, ridotto a due soli membri dopo la raffica di dimissioni di dicembre, è ormai in scadenza.

Il candidato forte resta ancora Ferrer Vannetti, presidente di Confartigianato, la stessa organizzazione di Boldii. Per il cda si fanno i nomi di Gino Faralli, leader dei commercialisti aretini, e Luca Benvenuti, di UnoAerre.

Ma torniamo all'altro grande tema, quello che ha innescato la guerra in corso da settimane, la cessione delle fiere orafe a Ieg, il gigante riminese. L’offerta irrevocabile d’acquisto presentata a fine dicembre a questo punto va in scadenza, per l'esattezza domani 31 gennaio. Ieg ha già risposto picche, con una lettera inviata alla Regione, alla proposta dei grandi soci pubblici (ci sono anche Comune, Provincia e Camera di Commercio) di posticipare la data.

Tuttavia i riminesi si dicono pronti ad aprire un altro tavolo di trattative. Par di capire però non alle stesse condizioni di ora, cioè con un prezzo fissato a 5,2 milioni più gli allegati che i soci hanno visto da pochi giorni. Di mezzo c’è infatti un milione ballerino, anzi 1,2.

Il canone d’affitto che Ieg deve versare appunto entro il 31 gennaio. Molti soci digrignano i denti, ma se paga quello Rimini potrebbe abbassare la sua offerta.