Bufera Bugno: l'ex consigliera del cda che divide il Governo è ancora indagata

Era nell'ultimo consiglio: per lei e per gli altri è scattata la richiesta d'archiviazione sulla liquidazione Bronchi. Ma resta il fascicolo madre. Maximulta da Bankitalia

Roma 2024: Claudia Bugno verso Alitalia

Roma 2024: Claudia Bugno verso Alitalia

Arezzo, 4 aprile 2019 - La maledizione Etruria continua a colpire tutti i personaggi che si sono avvicendati nel corso degli ultimi consigli di amministrazione, che abbiano avuto un ruolo di primo piano o che siano passati inosservati alla stragrande maggioranza degli aretini. E’ quest’ultimo il caso di Claudia Bugno, consigliere di amministrazione della ex Bpel dal 2013 al 2015, balzata prepotentemente agli onori della cronaca per l’incarico affidatole in seno a Stm dal ministro dell’economia e delle finanze Giovanni Tria.

L’incarico è rientrato ma la polemica che ha investito Tria ha riempito le cronache e provocato il mal di pancia in particolare dei pentastellati ma pure di esponenti leghisti. Tanto più che Bugno resta consulente del ministero e che nel curriculum vitae avrebbe omesso di indicare la sua esperienza nel cda di Etruria. Ma è stato lo stesso ministero a smentire le illazioni: nel curriculum, si legge una nota ufficiale, c’è scritto tutto.

Claudia Bugno, professionista romana, è in realtà passata quasi di striscio da Arezzo, specie nell’ultimo periodo della sua permanenza in cda; ma non tanto di striscio da evitare gli strali della procura e di Bankitalia. Entrata nel 2013 al posto di Masera, poi riconfermata nell'ultimo cda dell'istituto. Per lui come per gli altri è scattata la richiesta di archiviazione sul caso della liquidazione di Bronchi

Dall’organo di vigilanza è stata punita con una maxi sanzione di 121 mila euro, per quanto riguarda invece la parte giudiziaria è finita indagata insieme a tutti gli altri membri dei cionsigli di amministrazione. Ed è notizia fresca il fatto che la procura abbia chiesto per lei, come per altri indagati tra i quali Pier Luigi Boschi, l’archiviazione per il reato di bancarotta in relazione alla liquidazione concessa all’ex direttore generale Luca Bronchi.

Ma a prescindere dalla decisione del Gip, che teoricamente potrebbe respingere la richiesta di archiviazione, anche in caso di accoglienza della richiesta del pm, la professionista romana non potrebbe comunque dirsi fuori dalla vicenda.

Il fascicolo che la riguarda resiste ancora imperterrito, è il cosiddetto fascicolo madre 723/16. Iscritto con un reato generico, nella fattispecie bancarotta semplice e fraudolenta, il fascicolo è ancora in piedi e lo resterà fino a quando non andranno a esaurimento tutti i filoni di inchiesta che riguardano il crac di Banca Etruria.

Verifiche, ad esempio, sono in corso sulle consulenze affidate dalla banca, esplose negli ultimi anni prima del commissariamento. Le indagini della Finanza non hanno finora portato alla scoperta di anomalie, ma in ogni caso la parola fine non è stata ancora scritta.