Bancarotta Etruria bis: sotto accusa sindaci revisori e vertici. C'è anche Berni / I NOMI

Secondo avviso di chiusura indagini, 29 accusati fra cui l'ultimo vicepresidente ma quando era direttore generale. I finanziamenti mai rientrati (quasi 40 milioni) nel mirino

La protesta dei risparmiatori

La protesta dei risparmiatori

Arezzo, 16 maggio 2017 - Dopo le richieste di rinvio a giudizio per bancarotta, semplice e fraudolenta, ecco la bancarotta bis, l'inchiesta di cui La Nazine aveva annunciato la conclusione imminente nei giorni scorsi. Gli avvisi di chiusura indagine, infatti, sono stati depositati ieri dal pool dei Pm che indagano su Banca Etruria, coordinati dal procuratore capo Roberto Rossi. Nel mirino ancora l'ex vertice della banca e adesso anche i sindaci revisori. Ai nomi già noti si aggiunge quello di Alfredo Berni, ultimo vicepresidente ma chiamato in causa per il periodo in cui era direttore generale, fino al 2008. In tutto gli indagati di questa tornata sono 29

Gli avvisi di chiusura indagine sono due. Il primo riguarda i sindaci revisori, tutti accusati di concorso in bancarotta fraudolenta per le ipotesi di reato già contestate agli amministratori e ai dirigenti nella prima richiesta di rinvio a giudizio, dallo Yacht di Civitavecchia alla Sacci. I sindaci avrebbero omesso di vigilare come loro esplicitamente richiesto dalla legge. Sotto accusa finiscono Massimo Tezzon, già presidente del collegio dei revisori ed ex segretario della Consob, Franco Arrigucci, Mario Badiali, Saro Lo Presti, Gianfranco Neri, Carlo Polci e Azelio Senserini.

L'altro avviso riguarda invece nuovi finanziamenti facili che sarebbero stati deliberati in Cda o in comitato crediti senza le adeguate garanzie che ne assicurassero il rientro. Sotto la lente di ingrandimento finiscono i crediti alle società Abm Network, Abm Merchant e Abm Finance del finanziere Alberto Rigotti, già consigliere, l'uomo che col suo voto decise nel 2009 del defenestramento del vecchio presidente Elio Faralli e dell'avvento di Giuseppe Fornasari.

Contestati anche i crediti a Energiambiente e a Intermedia, la società di Vincenzo Consorte, discusso finanziere che è stato alla guida di Unipol prima di ripartire alla guida della nuova società. E' lui l'uomo della famosa intercettazione con Piero Fassino, dopo l'acquisto di Bnl da parte di Unipol, in cui l'allora segretario Ds chiedeva: "Ma allora abbiamo una banca?". In totale sono quasi 40 milioni (20 ad Abm, 6 a Energia Ambiente e 12 a Intermedia) che non sono mai rientrati.

Come già nella prima richiesta di rinvio a giudizio, i Pm del pool distinguono fra bancarotta fraudolenta, l'ipotesi più grave, e bancarotta semplice. Gli accusati per il primo reato sono sedici, quelli per il secondo tredici.

Ed ecco l'elenco completo di questa lista che scuote di nuovo l'albero di Etruria.  Dovranno rispondere di bancarotta fraudolenta Franco Arrigucci, Mario Badiali, Federico Baiocchi Di Silvestri, Alfredo Berni, Luca Bronchi, Piero Burzi, Giuseppe Fornasari, Natalino Guerrini, Giovanni Inghirami, Saro Lo Presti, Alberto Rigotti, Azelio Senserini, Franco Cerini, Carlo Polci e Massimo Tezzon. Accusati di bancarotta semplice Maurizio Bartolomei Corsi, Cesare Bircolotti, Alberto Bonaiti, Luigi Bonollo, Aldo Calvani, Giovan Battista Cirianni, Giampaolo Crenca, Enrico Fazzini, Augusto Federici, Donato Neri, Carlo Platania, Lorenzo Rosi, Rossano Soldini.