Arezzo, 23 ottobre 2012 - "Meno ferie e più guadagni", è la prima rivoluzione di Prada, alla quale si aggiunge ora la notizia della trasformazione di 42 contratti da tempo determinato a tempo indeterminato.

MENO FERIE E PIU' GUADAGNI
Eh sì, mentre le altre aziende rallentano i rimi produttivi per la crisi, il gigante della moda guidato dall'aretino Patrizio Bertelli deve aumentare i ritmi per tenere il passo con gli ordini che corrono a tutto gas. Ecco allora l'accordo che cambia i rapporti sindacali nel gruppo. I dipendenti rinunciano a cinque giorni di ferie e in cambio avranno 400 euro in più in busta paga.

Una ventata di novità assolutamente insolita in un mondo dell'industria prostrato dalla crisi che si applica soprattutto nel cuore produttivo del gruppo, lo stabilmento valdarnese di Prada a Levane, che è da solo il principale polo dell'industria provinciale. Ma Patrizio Bertelli non ha paura del costo del lavoro: non incide sulla qualità della nostra produzione nè sulla sua concorrenzialità, spiega in un'intervista a Repubblica, tanto che noi paghiamo stipendi superiori in media del 30 per cento ai livelli italiani e spesso superiori anche ai livelli europei.

CONTRATTI Prada ha raggiunto un accordo che consentirà la trasformazione a tempo indeterminato di altri 42 precari. Nessuna deroga al contratto collettivo nazionale, al contrario una sua piena valorizzazione.

 

L'accordo sottoscritto in questi giorni con il gruppo Prada consentirà:

 

- di stabilizzare l'occupazione all'interno del gruppo e di trasformare altri 42 rapporti di lavoro oggi con contratti “precari” in contratti a tempo indeterminato,

- aumentare il valore economico del premio di produzione, nel quale tra l'altro nella sua ultima stesura prevede anche l'introduzine di un fondo sanitario integrativo con adesione gratuita per i lavoratori,

- la gestione concordata della concessione dell'orario a tempo parziale per esigenze connesse all'assistenza dei figli, argometo di particolare importanza per una azienda a prevalente occupazione femminile

- la condivisione con il sindacato interno di percorsi formativi per i lavoratori,

- l'impegno, che riteniamo di non secondaria importanza, dell'azienda a garantire la centralità delle strutture del gruppo in Italia.

 

Si è inoltre stabilito di avviare un percorso negoziale in riferimento a tutta la filiera dell'indotto, che costituisce per lo stesso gruppo una assoluta novità.

 

 

Nessuna deroga al Contratto Collettivo Nazionale, ma anzi una sua piena valorizzazione.

 

L'accordo che è già stato illustrato ai lavoratori nelle assemblea che si sono svolte in questi giorni negli stabilimenti di Arezzo e Milano è stato possibile solo in virtù del riconoscimento del ruolo delle Organizzazioni Sindacali, dalla correttezza del confronto che ha sempre caratterizzato le relazioni industriali, portando ad acquisire integrativi aziendali che, a partire dal livello retributivo, dalla valorizzazione dell'occupazione in Italia, sino alla sanità integrativa, fanno del gruppo Prada, un riferimento sul piano sindacale.

 

La discussione e il confronto con l'azienda continua e va ulteriormente sviluppata sui temi dell'organizzazione del lavoro.