Arezzo, 6 gennaio 2012 - Se alla Beltrame la cassa integrazione per crisi proseguirà per il 2012, alla Duferdofin, ovvero di là dalla rete di recinzione degli storici stabilimenti sangiovannesi che insieme ad Rv fanno parte della Ferriera, la situazione in questo senso è diversa. Le prospettive di nuove commesse infatti sono calate e la proprietà insieme ai sindacati prima delle vacanze di Natale, ha trovato un accordo per prolungare l’interruzione della produzione fino al prossimo 16 gennaio e tenere in cassa integrazione ordinaria i 109 lavoratori.

Tra circa dieci giorni riprenderà la produzione – ha commentato Gianni Di Scala della Fim Cisl -, ma prima dovremo incontrarci con l’azienda per capire quale fase si prospetta per i prossimi mesi che non saranno certo facili per vari settori in Italia”. La Duferdofin di San Giovanni comunque in quanto a produzione è una delle prime fabbriche del suo gruppo, come più volte ha ricordato Marco Bendoni della Cgil sta reggendo molto bene la recessione del resto così come Rv e la cassa integrazione di questi giorni è soltanto temporanea, così come lo era stata quella di quindici giorni nel mese di novembre.

Sul fronte Beltrame invece il picchetto dei dipendenti prosegue all’interno del container donato dalla provincia di Arezzo prima dell’ultimo dell’anno, mentre la trattativa con la proprietà dopo gli ultimi incontri prosegue. “Visti gli ultimi tempi rimaniamo possibilisti ma anche realisti, però la riunione di qualche settimana fa è stata di apertura, con un tenore diverso rispetto a quelle dei mesi trascorsi – ha spiegato più volte il primo cittadino Maurizio Viligiardi -. Certo, non c’è nulla di scritto, tutto è ancora in dubbio, però rimaniamo ottimisti seppur con i piedi ben piantati per terra. La proprietà si è impegnata a lavorare nella direzione della ripresa della produzione, la Regione da parte sua ha garantito tutto l’impegno possibile, staremo a vedere.

Per ottenere alcune certezze in più sarà necessario aspettare un mese, massimo due, poi però dovremo formalizzare tutto perché non si può lasciare in sospeso una decisione così importante per tutto questo tempo”. Insomma un’apertura importante che però è solo ipotizzata e non formalizzata, anche se è una notizia di notevole importanza se giudichiamo le volontà espresse a più riprese negli ultimi due mesi dalla proprietà, che ha ripetuto di voler chiudere lo stabilimento della città di Masaccio una volta per tutte, il 2012 si è aperto sicuramente in maniera diversa rispetto a quanto si aspettavano i 79 dipendenti, che comunque, hanno proseguito il loro picchetto giorno dopo giorno senza fermarsi mai, neppure nel giorno di natale e della vigilia; così come in questi ultimi giorni di festa e di epifania. Il bidone continua a bruciare. La fiamma rimane accesa. E loro, fiduciosi comunque sia, indipendentemente da tutto.