Una mostra fotografica a Cortona per ricordare l'arte e l'umanità di Vito Garzi

Si intitola “Mio fratello che guardi il mondo” aprirà i battenti l’8 dicembre alle ore 10 all’interno di palazzo Ferretti in via Nazionale. La organizza il Fotoclub Etruria

Vito Garzi

Vito Garzi

Cortona, 2 dicembre 2018 - Bella iniziativa per omaggiare e ricordare un grande amico di Cortona. E’ ciò che ha messo in piedi il Fotoclub Etruria durante le feste natalizie in onore di un socio recentemente scomparso, Vito Garzi. Si tratta di una mostra fotografica con una scelta dei suoi reportage fotografici realizzati negli anni scorsi in Nepal nel 1998, India nel 2010 e Tanzania nel 2008.

La mostra, intitolata “Mio fratello che guardi il mondo” aprirà i battenti l’8 dicembre alle ore 10 all’interno di palazzo Ferretti in via Nazionale e sarà aperta fino al 6 gennaio ad ingresso libero.

“Vito era un uomo curioso, dai mille interessi e passioni, due delle quali, forse per lui le più importanti, erano la fotografia ed i viaggi”, raccontano gli amici del Fotoclub. “Un fotografo ma anche un appassionato dell’arte fotografica e della sua storia, e dunque anche un collezionista di dagherrotipi, di vecchie fotografie, delle prime macchine fotografiche, banchi ottici, cineprese, fino alle più moderne e le più innovative digitali. Non era solo l’avventura che Vito cercava, né il fascino dei paesi lontani, dei paesaggi mozzafiato; neppure desiderava riempiere il suo carniere fotografico con tanti personaggi esotici: lui cercava l’uomo, l’altro da guardare negli occhi per scorgervi il fratello, scoprirne l’anima in quanto specchio della propria”.

Mio fratello che guardi il mondo è il titolo della mostra: quale titolo più appropriato per una raccolta di scatti di Vito Garzi in giro per il mondo.

“Un entusiasta che tornava da quei viaggi infiammato dall’amore per quella gente così lontana da noi per spazio, cultura, semplicità di costumi, ingenuità, ma così vicina se a parlare e ad ascoltare è lo spirito. Il titolo l’aveva scelto proprio Vito per una sua proiezione che racconta la vita di alcuni volontari presso la missione dei padri cappuccini a Kongwa in Tanzania, prendendolo da una canzone di Ivano Fossati che ha usato come colonna sonora. Vito era un uomo di profonda fede cristiana, di una fede che porta frutti e nell’agosto del 2008 partì assieme a quel gruppo di volontari, impegnandosi in duri e umili lavori per aiutare quei fratelli meno fortunati”.

Da Kongwa Vito scriveva: “ … collaboriamo a far sì che questo popolo benefici di quel granello di sabbia che abbiamo portato, affinché un giorno possa godere di un pasto e un bicchiere d’acqua, che al momento sono beni preziosi non sempre disponibili. Qui il lavoro non manca, però sono fortunato di far parte di un gruppo veramente eccezionale …”