"Uffizi? Pronti a prestare i nostri capolavori": il direttore arriva e apre alla città

Eike Scmidt protagonista in serata in piazza Grande degli incontri di Fraternita. "Un museo bis no, ma per grandi mostre con opere di Firenze la mia porta è sempre aperta"

Il direttore della Galleria degli Uffizi Eike Schmidt

Il direttore della Galleria degli Uffizi Eike Schmidt

Arezzo, 25 luglio 2018 - HA PARLATO DI ARTE e bellezza: ma bellezza detto con «e» più sprangate che chiuse, come solo i tedeschi riescono a pronunciare. E ne ha parlato ieri sera in piazza Grande, ritrovando uno dei suoi scenari prediletti. Eike Schmidt, ospite d’onore di Fraternita per gli incontri estivi voluti da Pierluigi Rossi nella terrazza, è per la prima volta qui da direttore degli Uffizi: Ma...

«Sono venuto tante volte ad Arezzo, è una città ricca d’arte e che amo»

E cosa le è rimasto particolarmente impresso? «Beh, troppo facile: gli affreschi di Piero»

Anche lei.. «Sì, sono salito sui ponteggi all’epoca del restauro ed è stata una delle grandi emozioni della mia vita»

E stasera di che parliamo? «Di arte e bellezza: al centro certo la figura di Vasari»

Che poi unisce non solo Arezzo a Firenze ma anche gli Uffizi al palazzo delle Logge.. «E’ vero, un legame architettonico importante»

«La Nazione» proponeva che la nostra struttura pressoché gemella potesse ospitare i famosi Uffizi 2, per i quali lei è corteggiato in tutta Italia.. «Sarebbe suggestivo: ma in Italia non credo molto alla necessità di doppie sedi per i musei»

Eppure ce l’hanno il Louvre a Lens e il Guggenheim addirittura a Venezia e a Bilbao... «Sì, ma prendete il vostro caso: avete già un patrimonio artistico straordinario, avete Piere, avete Vasari, avete Cimabue: non c’è un deserto da promuovere»

E le opere poco valorizzate negli scantinati degli Uffizi? «E’ una leggenda: poteva essere vero nel 1870, oggi i depositi sono uffici dello Stato e le opere hanno una loro collocazione»

Quindi niente capolavori ad Arezzo... «Al contrario: valorizzare il territorio è la nostra priorità. Siamo disponibili ai grandi prestiti»

Richieste ne avete avute? «No, almeno di recente no. Però abbiamo la collaborazione con Poppi, grazie al prestito della tavola Doria, e quella consolidata conle Marche»

E Arezzo? «Per me sarebbe una priorità, magari partendo proprio da Vasari: tanti giovani non hanno visto la grande mostra degl anni ’80»

La sua porta è aperta.. «Spalancata. Sono disponibile e ben predisposto: ripeto, è nel nostro statuto».

Intanto si comincia da arte e bellezza «Sì, oggi il valore estetico della bellezza è più tormentato che inaltre epoche: la gente non cerca una bellezza facile, perfino ovvia. Punta ai tormenti del Caravggio, alla sua Medusa».

Da cosa se ne accorge? «Dalle opere più cercate nella Galleria degli Uffizi, corrispondono ad una bellezza da scavare»

Un segno dei tempi, un altro specchio della crisi? «Forse: ci sono state epoche nelle quali si cercava la bellezza nella semplicità, un esempio sono stati Raffaello e Vasari»

Ancora lui.. «Sì, il legame profondo tra Firenze e Arezzo».