Simonetta Agnello Hornby ai giovani lettori aretini: "Voi siete il futuro"

In regalo dal Circolo dei lettori della Casa sull'albero un libro su Piero della Francesca: "E' quello che volevo!". L'incontro con la scrittrice al teatro Virginian

Simonetta Agnello Hornby

Simonetta Agnello Hornby.

di Silvia Bardi

Piccoli lettori crescono, incontrano grandi autori, ci si confrontano, li intervistano. E proprio i giovani lettori della libreria per ragazzi La Casa sull’albero di Arezzo, Emanuela, Chiara, Pietro, Leonardo, Ginevra e Aurelio, costituiti in un “Circolo” hanno condiviso il palco del teatro Virginian di via De Redi con Simonetta Agnello Hornby, avvocato e scrittrice di best seller, tra le sue pagine toccanti ritratti di donna e della sua Sicilia vista con gli occhi di chi gran parte della sua vita la trascorre a Londra. Ora il suo sguardo è rivolto ai ragazzi ai quali ha dedicato il libro scritto a quattro mani con il figlio George “Rosie e gli scoiattoli di St,James” perchè, spiega la scrittrice “Voi siete il futuro, siete importantissimi ma non lo sapete, senza di voi non esisteremmo, siete i lettori più interessanti e i vostri commenti sono onesti. E’ più allegro che scrivere per i grandi, per voi non si possono scrivere storie troppo tristi, vi va data speranza nel futuro, e poi mi ringiovanisce, è come fare un lifting di dentro, una cura di bellezza, lo dovrebbero fare tutti i vecchi”.

Il libro in realtà è per “grandi e piccini”, è la storia di una bambina con padre siciliano e madre giamaicana che di mestiere guidano gli autobus, vive a Londra e si sente diversa, osserva il mondo con attenzione e dagli animali che popolano il parco si accorge che qualcosa sta cambiando, stanno arrivando troppi scoiattoli immigrati che mangiano tutto e danno fastidio così gli animali abituali del parco, volpi e ratti, si alleano per cacciarli. Una metafora dell’Europa di oggi con una morale “il mondo è uno spazio unico in cui convivere, liberi e diversi”. Una storia ricca di spunti personali e autobiografici: “Quando George e io abbiamo pensato di dove mettere Rosie e cosa farle fare - racconta Simonetta Agnello Hornby ai ragazzi - George ha scelto l’autobus perché da quando è in sedia a rotelle ha scoperto l libertà di andare in bus con cui gira per Londra”. Anche l’esperienza di immigrata la scrittrice l’ha provata sulla propria pelle: “Ho vissuto sempre in Sicilia poi ho sposato un inglese. Non è stato facile per me inserirmi, avevo delle sensazioni sgradevoli. Ricordo l’esame all’ordine degli avvocati prima di essere ammessa come studente di diritto nel mondo inglese, ero incinta di Giorgio e gli avvocati inglesi mi chiesero perché non esercitassi in Italia, risposi che era un po’ difficile fare da pendolare tra Oxford e Palermo. Poi mi chiesero se leggevo i giornali. Avrei voluto alzarmi e andarmene poi decisi che sarei rimasta, avrei fatto carriera e che un giorno avrei preso il loro posto. E così è successo. Quindici anni dopo ero io ad avere i rapporti con l’ordine degli avvocati e finché ci sono stata io nessun ragazzo straniero è stato mai più trattato come trattarono me”.

I ragazzi del Circolo dei lettori incalzano con le domande. E la scrittrice risponde senza farsi pregare. Torna sulla questione immigrazione e sull’esperienza inglese: “Non dobbiamo pensare che un altro essere umano o un altro animale venga soltanto per depredarti e rubare. L’Inghilterra è molto più aperta dell’Italia verso gli stranieri, e molti sono andati a lavorare li. Per seicento anni gli inglesi hanno colonizzato il mondo e dove andavano rendevano tutti inglesi. Ma negli ultimi anni tutto è cambiato e in modo malsano. Dopo la Seconda Guerra Mondiale l’Inghilterra aveva bisogno di gente perché troppi uomini erano morti in guerra, fece venire i cittadini britannici neri dai Caraibi. Ma erano scuri, cucinavano con spezie che puzzavano e gli inglesi non li volevano. Arrivarono a gettare escrementi nella buca della posta dei giamaicani a Brixton. E ora non piacciono gli immigrati clandestini, il rapporto è difficile per questo gli inglesi hanno deciso di uscire dall’Europa, una follia. Ora sono confusi come lo siamo noi qui. Come cittadina britannica e italiana non ho mai visto episodi di razzismo verso gli italiani che però ora dicono di stare male in Inghilterra”.

Si è divertita, ammette la scrittrice, a lavorare con il figlio George. Ma non è la prima volta. “Ho scritto il libro ‘Nessuno può volare’ con mio figlio, un libro sulla disabilita vissuta viaggiando con lui da Londra alla Sicilia. La mia famiglia è stata piena di disabili e credevo che l’Italia fosse già gentile con la disabilità, ma nessuno vuole il diverso. E pensare che l’Italia ha avuto il sistema migliore del mondo con la riforma Basaglia, tutti a scuola e accuditi e affiancati dagli insegnanti di sostegno mentre in Inghilterra li mettevano in scuole separate. Ora leggo che non ci sono sussidi né insegnanti e non c’è più il concetto che io sono fratello dell’altro e che quello che succede a te può succedere a me. Dobbiamo fare di più tutti insieme senza avere paura del diverso solo perché non si conosce. Ci si ama poco oggi in Europa. Siamo più ricchi, ma la società è in decadenza”.

Un legame profondo unisce la scrittrice alla sua terra, la Sicilia, a cui ha dedicato i suoi più bei romanzi, e all’Italia. E così per regalo ragazzi della Casa dell’Albero le donano un libro su Piero della Francesca. "E' quello che volevo" esclama e subito racconta un aneddoto anche su di lui: “Giorgio parla italiano, siciliano, francese ma da piccolo non conosceva Piero della Francesca. Aveva 14 anni e mi lamentai della sua ignoranza con la mia famiglia. Chi è Piero e chi è Francesca? Mi chiedeva. Il Natale successivo sotto l’albero trovò tre libri su Piero, da parte mia, della mia mamma e della mia sorella”. Ma il quarto, questo, è tutto per lei. In cambio Simonetta Agnello Hornby ha chiesto ai ragazzi aretini le loro e mail con la promessa di tenersi in contatto: “Siete proprio bravi”.