"Qui c'è la luce di Caravaggio": Strinati spiega la scoperta. "Chi è l'uomo del ritratto"

Il soggetto per l'esperto è Manfredi, un amico del maestro, a differenza di quanto finora creduto. Già folla alla mostra di Manara. "Io, biografo a fumetti"

Il Caravaggio ritrovato tra Strinati e Manara

Il Caravaggio ritrovato tra Strinati e Manara

Arezzo, 14 ottobre 2018 - C’è (forse) un Caravaggio esposto per la prima volta ad Arezzo. È il ritratto di Marcello Provenzale, finora attribuito a Ottavio Leoni. Claudio Strinati, che ha curato la mostra ‘Manara biografo di Caravaggio’ inaugurata ieri, ha infatti avanzato l’ipotesi che in quel ritratto ci fosse invece la mano di Michelangelo Merisi.

Ma ieri alla Galleria comunale d’arte contemporanea, al taglio del nastro, ha fatto anche di più, spiegando come sia giunto a quella conclusione: per via del disegno e della luce di un ritratto sicuramente ‘caravaggesco’, e avanzando un’altra ipotesi, quello ritratto non è Provenzale: «Questo dipinto finora è rimasto nei depositi della Galleria Borghese. Fino a qualche tempo fa si pensava fosse addirittura un autoritratto di Marcello Provenzale.

Poi gli studiosi, analizzando i lavori del Provenziale, hanno capito che la mano era completamente diversa, quindi lo hanno attribuito a Ottavio Leoni, autore peraltro di un ritratto di Caravaggio. Sono stato io ad avanzare l’ipotesi che potesse essere del Caravaggio stesso e ritengo inoltre che quello non sia Provenziale ma Bartolomeo Manfredi.

Il volto, infatti, somiglia in maniera abbastanza evidente, secondo me, all’unica immagine conosciuta di Manfredi. Si tratta di un dipinto nel quale il pittore era già avanti con gli anni, ma la fisionomia si riconosce. Inoltre, Manfredi aveva un leggero strabismo, come l’uomo ritratto nel quadro attribuito a Leoni».

Si giungerà mai a un’attribuzione definitiva? «Probabilmente no – conclude Strinati – ma credo sia giusto discutere questa ipotesi, per questo ho voluto che questo quadro fosse esposto. Troppo bello per restare in un deposito».

Nasce ad Arezzo un ‘caso’ della storia dell’arte di cui sono stati testimoni in tantissimi ieri al vernissage della mostra, al quale hanno partecipato in centinaia. Emozionato e lusingato Manara che ha dichiarato di sentirsi ad Arezzo: «Come al parco giochi, una città splendida e ricca di arte. Sono l’ultimo dei biografi di Caravaggio, solo che la mia storia è disegnata, anziché scritta».