"Io, Nuti, i giorni del Ciclone": Veronesi si racconta al Passioni. Arriva Silvio Muccino

Il regista mattatore tra aneddoti e personaggi noti. "Mi dettero la cittadinanza onoraria e sbagliai Poppi con Stia: che figura". Aneddoti su De Niro e Bowie

Giovanni Veronesi

Giovanni Veronesi

Arezzo, 28 aprile 2018 - Veronesi show al Passioni Festival: aneddoti, risate e applausi. E a maggio arriva Silvio Muccino

“Dopo il Ciclone tornammo in Casentino perché ci dettero la cittadinanza onoraria. Avevamo girato il film tra Poppi e Stia. Alla cerimonia feci confusione tra i due paesi, una figura”. Un aneddoto dopo l’altro, partendo dalla provincia di Arezzo per finire con James Brown. In mezzo Cecchi Gori, Robert De Niro e David Bowie. E poi la dolcezza nel ricordo dei genitori, il rapporto con il fratello (“il talento di famiglia”) e il racconto delle quattro vite di Francesco Nuti.

Giovanni Veronesi mattatore all’Arezzo Passioni Festival: l’attore, regista e sceneggiatore toscano ha fatto ridere, ma anche commuovere e riflettere. E gli applausi hanno scandito il ritmo dell’intervista condotta dal direttore artistico della kermesse Andrea Scanzi. La conversazione è diventata uno show. Dalle nuotate con Vittorio Cecchi Gori (“una volta fu punto ai piedi dai ricci di mare. Un dolore boia, ma lui non disse niente. Una soglia del dolore pazzesca”), alle squisite cene con Aurelio De Laurentiis.

Dal rapporto con Verdone e Pieraccioni a quello con Francesco Nuti, di cui ha sceneggiato grandi successi: “Francesco – ha ricordato – ha vissuto tre vite, quella da perito chimico, poi quella da grande attore e quella da alcolizzato. Ora ne vive una quarta, in una clinica a Roma. Ho un rapporto speciale con Francesco, mi ha presentato la mia prima moglie. Passo a trovarlo una volta a settimana. Non riconosce tutti, non parla, ma è vivo: Francesco c’è ancora. Ed è questo l’importante per me. I suoi sono sorrisi deformati dalla malattia, ma sono ancora i suoi sorrisi”. 

C’è tempo anche per un pensiero alla sua famiglia, dal ricordo dei genitori scomparsi allo speciale rapporto con il fratello, lo scrittore Sandro Veronesi: “E’ un talento, è un intellettuale. Ma soprattutto è il mio faro, quando ho un problema parlo con lui”. Inevitabile un passaggio su Manuale d’Amore, il suo più grande successo. “Ho raccontato i miei drammi – ha sorriso – e mi sono fatto pagare. Di solito bisogna pagare per raccontare i propri drammi all’analista”.

E ancora una raffica di aneddoti, da Robert De Niro (“è fuori di testa: pensate che si è fatto dirigere da me dopo Martin Scorsese”) a David Bowie (“non voleva cani che abbaiassero nel raggio di 3 chilometri dal luogo delle riprese"), da James Brown ("era l’ospite di una festa privata, dopo il concerto l’ho visto di notte fare il bagno in mare con un lumino da minatore”),agli animali sul set (“una volta prendemmo un pitone di 4 metri, era agitato e si mise a dare frustate nelle gambe a tutti quelli che passavano”).

Delicatissimo, infine, il ritratto di Massimo Ceccherini: “Ha un talento enorme e una faccia espressiva. Ha tutto. Ma poi ha questa dannazione, lui è un numero uno che non ha giocato la serie A. Perché? Perché non si compromette, rimane sempre se stesso”.

Infine l'appuntamento: a fine maggio l'incontro con Silvio Muccino, attore recentemente anche in "The Place", l'ultimo film di Genovese