Diari di Pieve: Tania, il bambino che volle farsi donna

Un vita di violenze fra stupri e prostituzione, fino alla metamorfosi nell'autobiografia di Tania Ferrucci, tra gli otto finalisti del Premio dei diari di Pieve Santo Stefano

Tania Ferrucci

Tania Ferrucci

Pieve Santo Stefano (Arezzo) - Tania è un bambino.  Ha 7 anni. Tania è destinato ad essere una preda. Forse in lui i mostri, gli adulti uomini, ci vedono già una femmina. Un piccolo corpo da violentare, usare, abusare, comprare. Ci si può difendere a sette anni quando si sogna di volare, di essere da un’altra parte, di essere qualcos’altro, di scappare? Ma Tania i sogni non può permetterseli, è nata negli anni Sessanta  nei bassifondi di Napoli, nella miseria. E’ un’autobiografia  che va dal 1960 al 2010 quella che Tania Ferrucci, oggi sessantenne, scrive e invia all’Archivio dei diari di Pieve Santo Stefano, uno degli otto diari finalisti al Premio Pieve dal titolo “Nei miei okki”. Tania a 7 anni subisce la sua prima violenza da uno dei tanti uomini che frequentano la casa della madre che fa la prostituta: “Il predatore incominciò a toccarmi a dire dai non ti muovere  che dopo ti porto alle giostre e ti compro tanti giocattoli. All’improvviso come una iena mi prese con forza, gridavo strillavo ma lui mi mise la mano davanti alla bocca e  un'altra sul ventre tirandomi all’indietro e con furia mi abbassò il pantaloncino quasi a strapparmelo”. Come spesso succede quando non si riesce e sfamare bocche, si finisce per mandarle in collegio, ma Tania dopo il collegio non torna a casa, finisce in strada a chiedere l’elemosina. Si è sempre sentita diversa, sin da piccola e presto comprende perché, si svela  la sua natura: “Col tempo diventavo sempre una metamorfosi al femminile come il bruco e la farfalla, come il brutto anatroccolo trasformato in una bella fanciulla!”.  Tania fanciulla, a soli 13 anni vende il proprio corpo per sopravvivere sommando dolore al dolore. La prima volta è al Colosseo, luogo frequentato da tanti ragazzi in cerca di clienti che qui sanno di trovarli. E il racconto della sua prima volta è terribile: “Mi guardò come se fossi un frutto prelibato da mangiare. Mi fece cenno di salire, poi disse quanto ti prendi, io non ci volevo stare e per far si che mi facesse scendere dissi 100mila lire anticipate, ma che, il tipo non si sbalordì e mettendo le mani in tasca, poteva avere un milione, mi diede le 100. Il cliente porco incomincio a toccarmi a mettermi le mani sulle gambe io mi irrigidivo ma lui niente. 13 anni a quella età il mio primo cliente a Roma sul marciapiede del Colosseo”.  Non basta, perché chiamati dal cliente ne arrivano altri otto: “Arrivarono all’improvviso due auto con otto persone dentro; scesero tutti e  otto, erano amici del porco e una trappola per me. Prima mi violentarono uno alla volta mentre gli altri mi tenevano stretta come fossi un cerbiatto da scotennare e lì in macchina alla loro merce mi fecero di tutto, oltre a essere offesa e picchiata selvaggiamente a sangue con bastoni e pietre, fui massacrata lacerata e lasciata nuda per terra. rimasi a terra per un paio d’ore svenuta collassata con il mio corpicino indolenzito e fatto a pezzi”. Tania per molti anni vive tra Napoli, Roma, Firenze e altre province del centro Italia, completa la sua metamorfosi femminile e si sottopone alla vaginoplastica. È ancora più desiderata dai clienti, ma lei cerca inutilmente l’amore vero. Si autodistrugge con alcol, droghe, carcere, entra e esce dalle case di recupero,  finché si lega alla comunità Saman dove, nel 2005,  conclude il percorso di disintossicazione. Finalmente libera dalle dipendenze lascia la strada e trova un lavoro vero come assistente sanitaria e segretaria. A sessant’anni guardando indietro riesce ancora a trovare del bello nel suo presente: "Guardo la mia nuova vita con serenità, tutto ciò che è di buono, di puro, di sincero, di vero, di amore ciò che ho sempre desiderato di avere nei miei okki fino alla fine dei miei giorni grazie vitamia”.