Cacciari ad Arezzo visita la mostra di Paladino: "Meravigliosa"

Il filosofo ieri in città, passeggiata tra arte e cultura

Massimo Cacciari

Massimo Cacciari

Arezzo, 1 agosto 2019 -  È quasi emozionato Massimo Cacciari quando commenta ‘La regola di Piero’, la mostra di Mimmo Paladino, uno degli eventi clou dell’estate culturale aretina. «Conosco Paladino – continua Cacciari – e mi piace molto, ho anche scritto di lui. Questa mostra è fatta molto bene, ci sono anche opere nuove. L’ambientazione de ‘I dormienti’ è pazzesca». Di nuovo l’emozione. Avere di fronte Cacciari è un’occasione troppo ghiotta, inevitabile parlare di arte, cultura, di promozione turistica. Di questi tempi: «Abbiamo un patrimonio artistico incredibile e alcune filiere, penso alla moda, all’agroalimentare. Dopo aver perso tutti i treni possibili per gli altri settori, meccanica, chimica, farmaceutica e via dicendo, ci vorrebbe che la politica capisse come investire in questi settori che sono la nostra ricchezza. Ma sento parlare di sicurezza, di immigrati e mai di scuola, ricerca, università, cultura, valorizzazione del patrimonio artistico».

Non esistono formule, ma quando si chiede a Cacciari un’idea di programmazione culturale risponde senza esitazioni: «Io investirei in operazioni che raccordano il patrimonio esistente ad Arezzo con la presenza di grandi artisti contemporanei. Parlo delle arti figurative ma vale per tutti i campi, anche in letteratura. La Fortezza è uno spazio incredibile, come la galleria San Francesco. L’idea sarebbe richiamare ad Arezzo presenze culturalmente significative a livello contemporaneo, oltre a valorizzare il patrimonio che c’è. Ma è molto difficile, manca qualunque politica di promozione turistica che infatti viene fatta in ambito ‘micro’ . Per un programma significativo ed efficace servirebbe almeno una Regione. Serve creare circuiti, itinerari, connettersi. Forse se Arezzo non è conosciuta come meriterebbe dipende anche da questo». Cacciari poi parla del ruolo delle Fondazioni: «La trasformazione di settori dell’amministrazione in fondazione è una strada obbligata per attivare e promuovere questi settori, magari coinvolgendo i privati. Fermo restando che il governo resti in capo al Comune». Come si fa una buona programmazione culturale? «Bisogna essere realisti, delle proposte più popolari sono inevitabili. Ma non si deve rinunciare all’altra dimensione, quella di produzione culturale». Pronto per l’assessorato alla cultura? Cacciari ride: «No, ho già dato»