Arezzo, 30 novembre 2011 - Oggi la salma di Saverio Tutino arriverà ad Anghiari alle 14 a campo della fiera di Anghiari, da lì il corteo proseguirà fino al Cimitero del Capoluogo.

Tutino è morto ieri a Roma, era il padre dei diari, del premio che ha messo una tigre nel motore della cultura aretina, giornalista, scrittore e fondatore dell'Archivio diaristico nazionale, da cui è giunta la triste notizia.

Il legame di Tutino con Anghiari iniziò nel 1979 quando partecipò al Premio Internazionale di Cultura Città di Anghiari, come ospite alla serata, dal tema "Ventanni dopo la rivoluzione di Cuba". E da quella sera non ha più lasciato Anghiari collaborando moltissimo con il Premio partecipando attivamente alla vita culturale del paese.

Ad Anghiari Tutino passava la gran parte del suo tempo inventando iniziative culturali talvolta insieme allo scomparso GianFranco  Venè e qui Saverio ha aperto quell'esperienza straordinaria. E' presidente  onorario della libera università dell'autobiografia, perché la memoria è una  cosa importante, un valore che fa parte della nostra civiltà, della nostra
comunità.

Tutino, milanese, aveva 88 anni ed era stato ricoverato per un ictus alla clinica San Raffaele. Per Arezzo è stato soprattutto fondatore e presidente onorario dell'Archivio dei Diari di Pieve Santo Stefano, il diario racconta molto di più.

Nato a Milano il 7 luglio 1923, Tutino era studente universitario a Milano quando, dopo l'8 settembre 1943,
per sfuggire alla chiamata alle armi dei repubblichini, riparo' in Svizzera. In un campo di rifugiati, Tutino ebbe i primi contatti con i comunisti e decise di aderire al partito. Comincio' cosi' prima un'azione di proselitismo e poi l'organizzazione del rientro clandestino in Italia suo e di altri giovani, decisi a combattere contro i fascisti e i tedeschi nelle formazioni partigiane.  Nell'agosto del 1944, col nome di battaglia di "Nerio", era a Cogne, inquadrato in una formazione garibaldina valdostana; nell'inverno 1944-45, Tutino era gia' commissario politico della 76/ma Brigata Garibaldi, che nel febbraio del 1945 partecipo', con successo, a quella che e' ricordata come la battaglia di Sala Biellese. La primavera successiva vedeva "Nerio" commissario politico della VII Divisione Garibaldi "Aosta".

Nell'immediato dopoguerra, Saverio Tutino inizio' la carriera giornalistica, esordendo come redattore al ''Politecnico''. Ha raccontato i movimenti sociali e politici del dopoguerra, le rivoluzioni, le guerre e il post-colonialismo per ''Vie Nuove'' e ''L'Unita''', come corrispondente dalla Cina, da Parigi e poi da Cuba, da cui fu testimone della rivoluzione di Fidel Castro. Nel 1976 partecipo' alla nascita del quotidiano ''La Repubblica''.
 
All'attività giornalistica, Tutino affiancò una ricca produzione saggistica e di ricerca storica. E' del 1975 ''La ragazza scalza. Racconti della Resistenza'', pubblicato con Einaudi.  ''Il Che in Bolivia'' (1977) e l'autobiografico ''L'occhio del barracuda'' (1995) sono stati editi da Feltrinelli. Nel 1999 pubblica ''Il mare visto dall'isola'' per l'editore Gamberetti e, nel 2004, per le edizioni Il Vicolo esce il suo ultimo libro ''Il rumore del sole''. Tra le sue opere figurano anche ''Gli anni di Cuba'', ''Viaggi in Somalia'', ''Dal Cile'', per le edizioni Mazzotta, ''Cicloneros'' per la Giunti e ''Guevara al tempo di Guevara'' per gli Editori Riuniti.

E' nell' '84 che Tutino fonda, a Pieve Santo Stefano, l'Archivio Diaristico nazionale, che ha animato sino all'estate scorsa, per accogliervi gli scritti autobiografici degli italiani e, subito dopo, ha lanciato il concorso per diari, che ha sin qui accolto quasi diecimila scritti autobiografici. Nel 1998 ha dato vita ad Anghiari, in collaborazione con Duccio Demetrio, della "Libera Universita' dell'Autobiografia".