"Voglio morire con dignità, non intubato": la scelta di Walter, il disabile della cannabis

De Benedetto, una serra per i grammi di marijuana necessari a vincere il dolore: "Travolto dalla solidarietà, centinaia mi hanno difeso". "Non morirò prigioniero di una macchina"

Walter De Benedetto, 48 anni, combatte ogni giorno contro una patologia degenerativa

Walter De Benedetto, 48 anni, combatte ogni giorno contro una patologia degenerativa

Arezzo, 15 ottobre 2019 - Una valanga solidale si è abbattuta su Walter De Benedetto, il disabile di 48 anni afflitto da artrite reumatoide. Il caso è ormai conosciutissimo: per alleviare il dolore, Walter deve assumere cannabis medica che ha effetto miorilassante; ma a causa del progredire della malattia, la quantità garantita dal servizio sanitario nazionale, un grammo, è ormai insuficiente e andrebbe triplicata.

Walter ha avviato una coltivazione illegale di cannabis, undici piantine in una miniserra allestita in casa; la stessa nella quale hanno fatto irruzione i carabinieri, allertati da una spiata, trovandovi dentro un amico di Walter, subito arrestato in flagranza. E’ stato a questo punto, dopo che il nostro giornale aveva raccontato la drammatica storia, che è scattata la mobilitazione.

«Ne sono quasi stato travolto - racconta oggi Walter De Benedetto - non mi aspettavo una simile risposta, ringrazio voi e ringrazio tutti coloro che mi sono stati vicini». E’ commosso, «sorpreso dal movimento che si è scatenato in favore non soltanto del sottoscritto, ma anche di tutti coloro che purtroppo si ritrovano nella mia stessa condizione. Sono stato subissato di messaggi, di telefonate. E’ anche nato un comitato su Facebook che in pochi giorni ha superato le 1200 adesioni».

Si sente più tranquillo Walter, ma allo stesso tempo del tutto determinato. Sentitelo: «Quello che chido dalla vita è la dignità della morte. So cosa mi attende ma lo dico subito: non voglio essere intubato, non voglio sentirmi imprigionato in una macchina, incatenato senza speranza. Quando sarà l’ora, vorrò tornare di mia volontà alla sorgente».

Parole pesanti e destinate a riaprire l’infinito dibattito sul fine vita. Ma con Walter stanno in tanti, «ho da sempre la vicinanza di Enzo Brogi, so che una consigliera regionale ha scritto al ministro Speranza, un senatore del Movimento 5 Stelle mi ha chiamato dicendomi che mi verrà a trovare. E sì, mi sento anch’io un po’ eroe, gli eroi non sono solo quelli che muoiono in guerra ma anche chi aspira a morire dignitiosamente».

Il problema immediato di Walter resta però la cannabis medica che deve utilizzare nelle quantità sufficienti per averne giovamento: «Spero che gli appelli e le lettere al governo abbiano un effetto. Non vorrei essere costretto a ricorrere al mercato nero, io che ho sempre vissuto nella più totale trasparenza come possono testimoniare quelli che sono stati i miei colleghi di lavoro alla Asl. Non ho mai infranto una legge, ho sempre avuto con gli utenti un rapporto speciale perché so cosa vuol dire avere problemi di salute».

Il suo pensiero continua poi a correre verso l’amico Marco: «Sta pagando per me, fortunatamente l’hanno subito scarcerato e ora spero che valutino bene la sua posizione. Lui non c’entra niente, ve lo garantisco.