"Vivo fuori ma resto uno di voi": Enzo Boschi, l'ultima intervista a La Nazione Arezzo

Le scosse del 2016, la paura di una parte della provincia, le risposte sempre dirette del "professore dei terremoti". "Il problema? Le case"

ANSA

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Arezo, 23 dicembre 2018 - Capisco benissimo la paura degli aretini, le scosse di terremoto rappresentano da sempre uno choc»: così era tornato a parlare Enzo Boschi dopo le cinque scosse di inizio novembre 2016 che avevano destato mezza città, colpendo in particolare nell’area di Olmo, Ripa di Olmo, San Zeno. La magnitudo non era alta, un massimo di 2,8 Richter, ma il collegamento con quanto era avvenendo in Umbria pochi giorni prima a Norcia era stato automatico.

Professor Boschi, c’è una relazione tra i due eventi? «Tenderei assolutamente a escluderla, si tratta di episodi diversi e non collegabili tra di loro. Più in generale mi sento di poter dire che in questo territorio la gente non deve cadere in esagerati allarmismi».

Significa che qui non esiste pericolo? «Non ho detto questo, del resto i terremoti non si possono prevedere. Dico però che la storia ha un suo peso».

Cosa racconta la storia? «Racconta che la provincia di Arezzo è sì zona sismica, ma che solo la Valtiberina è finora risultata vulnerabile a terremoti di più elevata intensità. Posso fare un riferimento personale?».

Si accomodi... «Sono aretino e rimango tale anche se non abito più in città. Ma nella mia esperienza non mi sono mai occupato a fondo dei fenomeni tellurici ad Arezzo e dintorni; non per disinteresse, ma perché le vere emergenze erano e sono altrove. Ed è di queste che mi sono dovuto occupare».

Eppure calamità importanti si sono verificate anche nella nostra provincia... «Ma non con terremoti di grande magnitudo, si è trattato di scosse di entità media che hanno prodotto gravi danni su abitazioni di bassissima qualità. Così è avvenuto nel 1796, il terremoto della Madonna del Conforto, ma pure nel 1917 con le distruzioni a Monterchi».

L’area di cintura che guarda alla Valdichiana che tipo di rischio sismico ha? «Non alto. Fenomeni ci sono stati all’inizio degli anni Duemila, si tratta di scosse che scaricano l’energia accumulata e che ogni tot andranno a ripetersi. D’altra parte questa è la conformazione dell’Italia, non avete idea di quante scosse vengono giornalmente registrate dai sismografi anche se nessuno se ne accorge». 

E dunque tutti tranquilli... «Sbagliato anche questo, tranquilli non si può mai esserlo. O meglio: potremmo esserlo se adeguassimo le nostre abitazione ai criteri antisismici che le renderebbero sicure. Ma molti passi ancora devono essere fatti lungo questa strada».