PIEVE SANTO STEFANO Dapprima la visita alla Tratos e poi quella al Piccolo Museo del Diario: sui cardini economico e culturale del paese si è articolata la prima visita a Pieve Santo Stefano di Eugenio Giani nella veste di presidente della Regione Toscana, perché da presidente del consiglio regionale era già venuto in occasione del Premio Diari. Foto ricordo, di stampo quasi protocollare, davanti alla terracotta robbiana della Samaritana al pozzo, a metà fra la presa d’atto di una realtà produttiva di livello internazionale e la visione della scrittura tradizionale a penna e a macchina che si esalta nell’era del multimediale. "Sono le due espressioni di un paese piccolo nelle dimensioni, ma destinato ad avere un grande futuro – ha commentato Giani – perché ha trovato il filone giusto sul quale dare qualcosa alla Toscana, all’Italia e al mondo. Ero fortemente curioso di venire qui: la personalità di Albano Bragagni è un qualcosa di unico e volevo vederlo nelle vesti di imprenditore, alla testa di una piccola multinazionale nel "cofanetto", rappresentata appunto da Tratos, capace da un lato di costruire relazioni con imprese importanti e fare diventare Pieve la capitale dei cavi elettrici e dall’altro di garantire 350 posti di lavoro più il relativo indotto. Ma la figura di Bragagni richiama anche al suo lungo impegno di sindaco, con il passaggio delle consegne nelle mani di Claudio Marcelli, al quale sono grato perché questa stupenda tradizione avviata con la raccolta dei diari ha dato a Pieve Santo Stefano la giusta rilevanza in tutta Italia". E’ stato poi Luigi Burroni dell’Archivio Diaristico Nazionale a spiegare il funzionamento del Piccolo Museo e a far ascoltare spezzoni di storie attraverso i supporti informatici presenti. "Con l’oramai ex ministro Dario Franceschini – ha precisato Giani – abbiamo parlato a lungo su come poter implementare, fra Regione e Stato, un impegno che salvaguardi e valorizzi ciò che è stato fatto con i 10mila diari che sono conservati qui a Pieve Santo Stefano. Le piccole storie che vengono raccontate sono l’elemento di maggiore sensibilità culturale in ogni uomo, perché la cosa più bella è la storia. E ogni storia individuale rivela emozioni, suggestioni e stimoli, contribuendo a fare quella della comunità. Qui c’è stata l’intuizione di farne un patrimonio pubblico e il Premio annuale è l’emblema di questa esperienza. Come Regione, cercheremo allora di fare il possibile perché possa espandersi". Soddisfatto il sindaco Marcelli al momento dei saluti: "Spero che la curiosità del presidente Giani sia stata ripagata nel migliore dei modi e sono convinto che le sue doti di interlocutore ci portino a costruire il futuro da lui descritto. Nel frattempo, lo aspetto a Pieve per la prossima edizione del Premio". Claudio Roselli