Virus, un'altra insegnante: lavora a Bibbiena. Un cinquantenne ad Arezzo

Lui era legato ancora alla gara di ballo a Chianciano, la donna sta a S.Giovanni, collegata al caso di di Piandiscò. Secondo a Foiano: 77 anni, è in ospedale. Negativi i bimbi del Monte Bianco

Coronavirus

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Arezzo, 8 marzo 2020 -  E siamo a dodici, in questa amara anche se ancora per fortuna non travolgente escalation dei casi di Coronavirus. Di nuovo ad Arezzo, un uomo di 53 anni, che ha contratto la malattia ancora una volta a causa della famosa gara di ballo di Chianciano.

Si va ad aggiungere ad un altro caso valdarnese. Stavolta è successo a San Giovanni. Ma non si tratta anche in questo caso di un malato isolato ma collegato al contagiato di Castelfranco. Si tratta di una donna di circa 45 anni, che è comunque in isolamento casalingo. In serata emerge che anche lei è un'insegnante: che pur vivendo in Valdarno lavorava a Bibbiena.

Intanto la mattinata si era aperta con un secondo contagiato a Foiano dopo il paziente sessantenne dell'ospedale della Fratta che è stato trasferito in terapia intensiva a San Donato. Non si sa ancora se ci sia un collegamento fra il primo e il secondo caso ma secondo alcune fonti il legame ci sarebbe. Il nuovo infettato ha 77 anni. E' stato ricoverato a malattie infettive, quindi in ospedale e non in isolamento domiciliare. Intanto, però, c'è una notizia positiva: sono negativi anche i tamponi dei quattro bambini della Monte Bianco che erano in sospeso da ieri. Già erano risultati negativi quelli di altri quattro bimbi. Negativi anche i genitori. In mattinata è previsto il nuovo bollettino della Usl.

La prima «frustata» del virus arriva a mezzanotte: il contagio che si insinua fin dentro un ospedale, quello della Fratta. Un malato stavolta in condizioni critiche, anche se con il contributo determinante di una patologia con la quale già combatteva da qualche giorno, e trasferito in terapia intensiva ad Arezzo. Trasferito da Nottola, lì dove era stato eseguito il tampone decisivo.

Ma è solo la prima frustata: il virus lavora H24 e riserva in serata la seconda doccia fredda. Un’altra maestra del Monte Bianco risulta positiva al test che ormai tutto il mondo, e l’Italia in particolare, conosce a memoria. La conferma arriva solo in serata. E’ un’insegnante di 46 anni, da quanto risulta assolutamente priva di qualunque sintomo. In questo caso il tampone le era stato fatto in quanto contatto stretto della collega.

Forse perché insegnava con lei nelle classiche forme articolate delle elementari, forse per le collaborazioni che ormai caratterizzano i primi anni della scuola. Un dato è rassicurante: la donna in sostanza sta bene, resta in casa proprio come la collega. Nessun bisogno di essere trasferita in ospedale. E dal «Monte Bianco» un’altra mezza notizia positiva filtra: finora i tamponi dei bambini sono tutti negativi.

Mezza, perché ci sarebbe l’esito di quattro dei test fatti sugli scolari e ne mancherebbero almeno altri quattro. «E’ la notizia – ci conferma il preside Sauro Tavarnesi prima che filtrasse il contagio di un’altra sua insegnante – che aspettavo con maggiore ansia». Una scuola che vive questa surreale esperienza: 182 bambini in isolamento e altri 34 tra personale di segreteria, insegnanti, lo stesso preside.

Anche la seconda insegnante è del tempo pieno, quindi per ora il contagio non sembra arrivato all’altra metà del plesso. Le conseguenze minime per i bambini, ormai tutti in isolamento. Forse un po’ meno per il personale, altri potrebbero finirci. E in generale cresce il timore di un «cluster», i contagi legati ad un caso della zona già conclamato. Ma siamo ancora lontani dal profilo di un vero e proprio focolaio, che rischierebbe di far salire il rischio della nostra zona.

La notizia arriva dopo una giornata vissuta intorno allo «schiaffo» della Fratta. A mezzanotte il sindaco di Cortona Meoni dà la prima conferma di un caso in ospedale. E’ un foianese, spiegherà a ruota il collega Sonnati. E’ il primo a manifestarsi all’interno di uno dei nostri presidi. Il che comporta automaticamente una serie di misure di sicurezza.

Dieci i sanitari in isolamento: due medici,sette infermieri e un operatore sanitario. Isolamento in casa, scatta la sanificazione dei reparti. Il malato, un sessantenne ricoverato da qualche giorno per un’importante broncopneumopatia, dovrebbe essere passato dal pronto soccorso, da medicina: e poi da Nottola, lì dove viene effettuato il tampone definitivo.

Non prima: spiega la Asl che non c’erano le condizioni richieste dal protocollo, che poi invece sono maturate. «Ma nulla sarebbe cambiato – spiega il direttore generale Antonio D’Urso – le cure sulla sua patologia sono continuate al massimo al di là del tampone».

In terapia intensiva affianca un altro malato aretino: il professionista di Poppi, l’unico caso critico che finora si era verificato. La moglie è ancora in malattie infettive, malgrado girassero voci diverse. Gli altri sembrano sulla via della guarigione.

Dal monitoraggio giornaliero risultano 159 in isolamento domiciliare nel territorio della Asl ma altri 512 per contatto stretto con un caso positivo. Tra loro i bambini della «Monte Bianco». Persi dietro i loro giochi, forse i più refrattari ai colpi di frusta: non tanto del virus quanto della paura.