"Violentata sotto l'effetto della droga": ragazza accusa ma non tutto è chiaro

Il racconto della diciannovenne: ho conosciuto il rumeno, mi ha portato nel suo casotto e mi è saltato addosso. Ma l'arresto non è scattato. Nella foto il Pm Pistolesi

Il Pm Chiara Pistolesi

Il Pm Chiara Pistolesi

Arezzo, 13 novembre 2019 - E’ la solita storia senza tetto nè legge. La droga, la fragilità, il violento che impone a una ragazza dall’equilibrio difficile la legge della sua forza. Fino allo stupro consumato in un rifugio di fortuna, dalle parti dell’Esselunga. E tuttavia non tutto quadra in quello che racconta lei, zone d’ombra che hanno convinto il Pm Chiara Pistolesi a non chiedere un ordine di custodia cautelare nei confronti del presunto stupratore, un rumeno di mezza età, il quale ha pensato bene nel frattempo di sparire.

Probabilmente è tornato in patria e lì sarà ben difficile raggiungerlo con gli effetti della legge anche se il racconto della giovane vittima dovesse trovare tutte le conferme che ancora mancano. Comincia tutto in una calda serata di luglio, in stazione.

Lui è uno di quelli che bazzica la zona, tra le più pericolose del centro, in cerca di espedienti per vivere, lei è una ragazza con problemi particolari di fragilità psichiatrica, per giunta in quel momento sotto l’effetto di una sostanza. Fatto sta che lui riesce a convincerla a seguirlo, con l’inganno, con la promessa di trovarle la sistemazione di una notte, fino al casotto che è uno dei suoi alloggi rimediati alla meglio, condiviso con altri disperati e connazionali.

Dentro, quando la ragazza è convinta di essere ormai al sicuro, il rumeno svela le sue vere intenzioni. Senza farsi troppi scrupoli. Le salta addosso, la spoglia, la stupra nonostante lei gli dica no con tutte le forze che ha. Sesso rubato e anche botte. Fino alle due di notte, quando la giovane riesce finalmente a liberarsi e a fuggire. Si rivolge al primo passante che trova: chiamate la polizia, mi hanno appena violentato.

Arrivano le donne della Mobile, in particolare quelle della sezione per i reati contro i soggetti deboli, iniziano le indagini. La diciannovenne è precisa nelle accuse: è stato il rumeno che ho conosciuto in stazione a picchiarmi e stuprarmi. In teoria ci sarebbero gli elementi per richiedere un ordine di custodia cautelare. Ma il Pm Pistolesi non ritiene di procedere con le manette. C’è qualcosa che non le torna ed è qualcosa che ancora non trapela dal segreto delle indagini.

Il rumeno può dunque tornare nel suo paese. Adesso c’è un passaggio che potrebbe aiutare a chiarire molti particolari, a illuminare le zone d’ombra: l’incidente probatorio in cui venga raccolta la verità di lei. Ma ancora non è stato fissato: la ragazza, assistituta dall’avvocato Beatrice Vanni, si sente troppo fragile per affrontarlo. Ci vorrà altro tempo perchè la ferita guarisca.