Vince Tania, il diario del riscatto

Un’odissea di violenze e povertà. Strega Pieve: "Qui la vita è bella"

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di Alberto Pierini

"La vita è bella, va goduta: perché quando è fernuta è fernuta". Tania Ferrucci non conquista solo il primo posto tra i diari di Pieve con "Nei miei okki": no, conquista la gente, gelata dal temporale, impaurita dal Covid, ostacolata negli abbracci. Lei, con un napoletano pastoso che è anche la cifra che ricuce altre storie del giorno, riversa la sua odissea con il sorriso e le lacrime di chi ce l’ha fatta. Ce l’ha fatta a cambiare sesso, da bambino a donna,quando la mentalità era se possibile ancora più arretrata di oggi, Ce l’ha fatta a uscire integra dalla prostituzione, dalla droga, dalla violenza fisica e psicologica.

Dal marciapiede del Colosseo, sul quale "otto porci" la violentano appena arrivata a Roma, ad un diario che non si piega al fatalismo, nè nei contenuti nè nella forma "Ci sono riuscita perché la vita è bella in mezzo alla sporcizia, perché ci sono tante cose belle". Lo declama a Pieve, a qualche decina di chilometri dalla piazza de La Vita è bella. Pieve dove nel finale le note di Ennio Morricone, e quelle di Nuovo Cinema Paradiso, incorniciano la premiazione.

Con Tania a tenere banco e microfono ("Ci pensate? Senza questi premi non sarei mai stata a Pieve") e un riconoscimento speciale ad Anna De Simone: un tumore alla gola le ha tolto la voce ma la sua voce è nel diario di chi riversa le sue cicatrici in un’altra prova di riscatto, affidando le parole alla nuora, Marta Guerrini.

Ed è una serata che corre così. Sotto il tendone di Campo della Fiera, tra i colpi di pioggia e i tuoni. Che coprono perfino la voce, quanto lontana dalla colonna sonora di una generazione, di Francesco Guccini. La sua musica era racconto, le sue canzoni pure.

E quel poco che arriva dalle colline modenesi si incastra come una tessera perfetta nel puzzle delle mille storie, che Guido Barbieri, accompagnato dalla voce di Mario Perrotta, Andrea Biagiotti e Paola Roscioli, contribuisce a scrivere. Un racconto che alterna la cronaca alla storia. Cronaca e storia nel dramma di Jean Paukl Habimana, superstite del genocidio in Ruanda, sposa una donna dell’etnia opposta, in un riscatto che ricorda quello di Tania. "Non sapevamo più neanche come salutarci" commenta, profondo come solo i diari di Pieve sanno essere,. La vita di Umberto Guidotti, volontario nella XMas, "dalla parte sbagliata della storia", membro della repubblica sociale ma la cui morte è pianta dal cognato partigiano. Un diario il suo ritrovato nello sgabuzzino dalla nipote. Sono gli scaffali preferiti dai diari di pieve. Che a Napoli ritaglia la storia di chi fuggita dall’eruzione del Vesuvio, dalla terrazza vedeva il teatro delle strade sotto, Vico Tagliaferro.

E lei, Giovanna Battista Eventi ,è lì a incrociare il suo napoletano con quello di Tania.. O con il pugliese di Nadia Resta, la figlia di un superstite della campagna di Russia, il freddo ben al di là di quello di Pieve e congela la minestra del rancio. La cronaca della sfida alla malattia di Rosenza Gallerani, la leucemia, dopo la quale "niente è più come prima" dice. I 96 anni di Paolo Schiavocampo, il diarista-artista, lo scultore che ha lasciato il segno nel dopoguerra. Un affresco, che la gente nel tendone e quella via web segue a bocca aperta, rinnovando il miracolo della storia che dall’osservatorio privato suona più viva. Pagine bianche,come quelle regalate a Guccini, che diventano racconto. "Stateve accuorte, non è facile stare al mondo per chi non è forte" ripete Tania. Per lei scrivere è stata una terapia, "Ho scritto il libro per i genitori e i figli che non ho avuto". In compenso a Pieve trova tanti amici. "Si mangia bene, c’è una bella aria: torno". Poi sorride."Magari con un altro libro"