Vicenzaoro vola lanciata dagli aretini "Boom di contratti, battuto il 2019"

Quasi 200 aziende, la rappresentanza più numerosa, tornano a casa con ordini da tutto il mondo. Giordini: "Compratori da Usa, Europa e Asia". Migliorini: "Confermato l’andamento in crescendo"

Migration

di Lucia Bigozzi

I numeri raccontano come è andata e come andare avanti. Vicenzaoro segna lo spartiacque tra il prima e l’ora, cioè tra gli effetti della pandemia e quelli di una ripresa che sta mettendo il turbo. Gli imprenditori aretini, quasi duecento e nella rappresentanza l’"esercito" più numeroso tra gli espositori, sono tornati a casa con ordini da tutto il mondo nei tablet-agenda, surclassando il trend del 2019. Un recupero iniziato un anno fa ma in questa fiera di settembre confermato come dato strutturale della ripartenza sui mercati internazionali.

Gioielleria e oreficeria made in Arezzo hanno catturato buyer che non si rivedevano da tempo tra i corridoi dei padiglioni espositivi, al punto che Italian Exhibition Group che promuove la fiera vicentina e Gold Italy snocciola i numeri dell’edizione appena conclusa che girano attorno a un +20 per cento di visitatori stranieri e oltre la metà delle presenze totali arrivata da 124 Paesi. La conferma di un andamento col segno positivo già segnalato nell’appuntamento di gennaio ora trova la conferma definitiva: "E’ stata una fiera ricchissima di operatori esteri" commenta Giordana Giordini, presidente della sezione oreficeria e gioielleria di Confindustria Toscana Sud, che sottolinea "l’impegno di Ieg, il grande fermento e la bella performance delle aziende aretine che hanno saputo affermare la propria competitività lavorando molto sulla ricerca e l’innovazione per offrire ai buyer in cerca di novità, proposte attrattive, espressione della tradizione artigianale aretina". Il risultato diretto sta negli ordini e nei contratti chiusi con "gli americani tornati in grande numero ma abbiamo visto clienti anche dall’Oriente, Cina, Filippine, Corea, Libano e Hong Kong, il distretto di Dubai che commercializza in Nord Africa, Iran e Medio Oriente. Mi ha sorpreso positivamente la presenza di importanti catene di negozi da alcune città dell’Ucraina tra le quali Kiev, che pur tra mille difficoltà cercano di reagire e andare avanti". C’è un particolare che Giordini richiama, significativo del tentativo di guardare oltre le macerie della guerra: "Tornare a comprare gioielleria e oreficeria è per loro sinonimo di sicurezza". C’è movimento anche tra i clienti russi che seppure non impegnati direttamente nelle contrattazioni agli stand, manifestano la loro richiesta attraverso "il canale" della Turchia. Buyer operativi "in maniera considerevole che hanno chiuso ordini anche per il mercato russo". La mappa dell’Europa a Vicenzaoro è fatta di presenze significative sopratutto da Spagna, Francia, Polonia.

Se le aziende aretine rappresentano ormai "lo zoccolo duro" di Vicenzaoro, tra gli imprenditori è forte la sollecitazione a fare di Oro Arezzo l’appuntamento che più esalti la produzione home made proiettandola nel panorama internazionale. E di Gold Italy il suo secondo polmone. La centralità della fiera aretina è la richiesta che il direttore di Confartigianato Alessandra Papini gira agli organizzatori: "Lo dicono i numeri: siamo il distretto orafo con più aziende e a Vicenza la nostra presenza è addirittura più numerosa di quella delle aziende locali".

Da questo punto di vista lascia un pò di amaro in bocca il rinvio al 2023 della fiera d’autunno (prevista a ottobre ma slittata per la terza volta per il Covid e dintorni) anche se Arezzo ospiterà a dicembre il "Summit del gioiello italiano", voluto da Ieg insieme alle associazioni di categoria e al Comune, come vertice del settore con la presenza dei leader della gioielleria e oreficeria nazionale. Obiettivo: ragionare sulle strategie nella fase di rilancio del comparto.

Nel frattempo gli imprenditori aretini tornano da Vicenzaoro con una prospettiva più ampia come sottolinea Stefano Migliorini, company owner di Migliori Gioielli per il quale la fiera di settembre "non ha soltanto confermato il trend positivo che caratterizza il settore negli ultimi due anni, ma è stata testimonianza di un ritmo in crescendo. Ciò che ha impressionato è la qualità e l’alto profilo dei buyer. Oltre all’Europa, abbiamo consolidato e attivato relazioni con visitatori da Usa, Giappone, Israele e tutto il Medio Oriente, mossi da grande entusiasmo e motivati nella ricerca delle novità".