di Francesco Tozzi Fratelli d’Italia solleciterà il governo per la nomina del commissario nazionale alle bonifiche dei terreni contaminati da keu. Lo hanno annunciato il capogruppo di Fdi in Consiglio regionale Francesco Torselli e il consigliere Alessandro Capecchi dopo la relazione illustrata ieri in aula dall’assessore regionale all’ambiente Monia Monni. "Come Fratelli d’Italia – hanno sottolineato i due consiglieri d’opposizione – siamo stati i primi a chiedere un commissario nazionale per le bonifiche. Quando lo proponemmo nel giugno 2021 la Giunta regionale Toscana ci disse di no. Oggi, invece, hanno cambiato idea e hanno seguito, anche se con ritardo, le indicazioni di Fratelli d’Italia". Secondo gli esponenti del partito di Meloni, l’intervento di un commissario nazionale sarebbe immediatamente possibile per alcuni siti, tra i quali rientrerebbero anche le aree nel territorio comunale di Bucine. "Non siamo soddisfatti – hanno aggiunto – dei tempi, per ora le bonifiche rimangono soltanto sulla carta. I toscani attendono già da tempo l’avvio degli interventi, invece, anche per lungaggini burocratiche legate ai procedimenti ed all’interpretazione delle norme, ancora non sono partiti". Monni, dal canto suo, ha replicato sottolineando che "le bonifiche non sono interventi né facili né veloci da fare, è inutile prendere in giro i cittadini, le procedure e le istruttorie sono complicate. Servono realismo e pragmatismo e la Regione ha provato ad aggredire da subito i soggetti responsabili delle contaminazioni, perché sono loro che devono pagare e non i cittadini". Ha poi rilanciato spiegando che è atteso da un anno un decreto del governo per la nomina della struttura commissariale esterna. Infine, ha teso la mano alla minoranza per intervenire sul governo di centrodestra "perché da subito ci è stata garantita la disponibilità da parte della struttura commissariale ma ancora il nullaosta non arriva". Una data certa relativa all’inizio della procedura di bonifica sulle aree che insistono nel comune di Bucine potrebbe arrivare a giorni. Nel frattempo si sta chiudendo l’iter per la caratterizzazione dei siti, che sta procedendo senza intoppi per quanto riguarda il lottizzo che avrebbe dovuto ospitare delle villette a schiera nel capoluogo della Valdambra, dal momento che i proprietari, come ricordato dal sindaco Nicola Benini, si sono resi disponibili a intervenire. Discorso a parte, invece, per gli impianti di frantumazione inerti della ditta Lerose Srl di Pontedera e Bucine, visto che le autorità si trovano adesso ad interfacciarsi con un amministratore giudiziario. Le operazioni di messa in sicurezza che precederanno la bonifica riguarderanno in questo caso, oltre al perimetro dell’impianto, la collinetta che sovrasta l’insediamento produttivo. Fondamentali per evitare che si generino delle infiltrazioni di sostanze nocive nelle falde acquifere. Come emerso dalle carte processuali, alla Lerose di Levane gli scarti conciari provenienti da Santa Croce sull’Arno venivano uniti ad altri materiali e utilizzati per riempimenti e sottofondi stradali finiti in vari cantieri della Toscana. I carotaggi nei terreni svolti dai consulenti tecnici della Procura fiorentina hanno confermato la presenza di sostanze inquinanti, tra cui il cromo, derivante dal trattamento dei fanghi prodotti dalla concia delle pelli, boro, arsenico e cianuro legati invece alle lavorazioni orafe.