Viadotto Puleto, la storia infinita: affidata un'altra perizia

Dovrà chiarire quale era la situazione della struttura al momento del sequestro. E’ decisivo per la sorte dei 4 indagati Anas. Incaricato un docente di Pisa dovrà chiudere entro il 6 aprile

Il viadotto Puleto è stato chiuso al traffico

Il viadotto Puleto è stato chiuso al traffico

Arezzo, 14 gennaio 2020 - Più che il Puleto sembra la tela di Penelope. Nel senso che una superperizia non è bastata a dirimere la questione del viadotto della E45 rimasto sotto sequestro per dieci mesi, da gennaio 2019 fino all’autunno inoltrato. Ora serve anche il supplemento di perizia, quello che è stato affidato dal Gip Piergiorgio Ponticelli nell’udienza di ieri mattina. Incarico al professor Vincenzo Laudazi, un’autorità nel settore come lo era già il collega Claudio Modena: ordinario di scienza delle costruzioni all’università di Pisa e all’Accademia Navale di Livorno.

Avrà tempo fino al 6 aprile per consegnare la sua relazione, che andrà a integrare quella già agli atti di Modena. Già, perchè nella superperizia i cui risultati furono illustrati al giudice Ponticelli ad ottobre, almeno un punto era rimasto irrisolto. Si diceva cioè che il ponte non era a rischio anche alla luce dei lavori effettuati dall’Anas, ma non si dava una risposta esplicita sulla situazione al 16 gennaio di un anno fa, quando gli uomini della sezione di polizia giudiziaria della procura si presentarono ad eseguire il decreto di sequestro firmato da Ponticelli su richiesta dell’allora procuratore Roberto Rossi.

Messa così, l’inchiesta restava a mezz’aria: c’era o non c’era l’omessa manutenzione che la procura contesta a quattro dirigenti o comunque dipendenti dell’Anas, da Antonio Scalamandrè, direttore regionale dell’area manutenzione, al capo centro Rocco Oliverio, dal capo nucleo Massimo Pinelli al capo cantoniere Luigi Sestini, tutti difesi dall’avvocato Daiana Bernardini, anche lei presente all’udienza di ieri insieme al Pm Rossi?

Ecco allora la necessità di rendere ancora più completo l’incidente probatorio, cioè l’anticippo di processo, in cui si è concretizzata la superperizia di Modena. Ormai la relazione che Laudazi deve presentare non incide più sulla circolazione della E45, che è tornata alla normalità, per quel poco che vale questa parola in una superstradamulattiera come è attualmente la Orte-Ravenna nel tratto appenninico della Valtiberina.

E tuttavia diventa fondamentale per chiarire le responsabilità penali, quindi per consentire a Roberto Rossi di decidere se chiedere il processo per i quattro dell’Anas o mandare tutto in archivio. Da un punto di vista mediatico, il supplemento di perizia arriva invece giusto in tempo per inquadrarsi nel primo anniversario del sequestro, giornata da tregenda nel quale il traffico fra nord e sud della penisola rischiò per ore di sprofondare nel caos.

Il viadotto, infatti, si trova in un punto, al confine fra Toscana e Romagna ma ancora nel comune di Pieve Santo Stefano, in cui non esiste viabilità alternativa. La chiusura conseguente ai sigilli, dunque, spezzò in due la E45, con i veicoli dirottati sull’Autosole, sull’Autostrada Adriatica e sui vecchi valichi appenninici.

Alla metà di febbraio il Puleto fu poi riaperto al traffico leggero delle auto, sia pure su due sole corsie, a luglio arrivò il via libera ai camion, a ottobre quello ai mezzi più pesanti oltre le 30 tonnellate. Fine dell’emergenza circolazione, ma il caso giudiziario è appena agli albori.