Valentino Shoes, ansia Cgil per i dipendenti

A sette mesi dall’incendio della fabbrica ancora dubbi sulla permanenza in vallata dell’azienda. Il 18 ottobre summit sindacale

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di Maria Rosa Di Termine

A sette mesi dall’incendio della fabbrica, manca ogni certezza sulla permanenza in Valdarno della Valentino Shoes Lab di Levane e sulla sorte dei 160 dipendenti. Così è la Cgil ad uscire allo scoperto riportando in auge la questione con la proposta di discuterne nel summit sindacale del 18 ottobre convocato dalla direzione della griffe per esaminare i termini del premio aziendale. "La ringraziamo – afferma Gabriele Innocenti, segretario provinciale della Filctem - e l’argomento ci interessa, ma prima dei soldi vogliamo discutere del futuro di questa azienda e dei suoi lavoratori". Lo stabilimento di via Valiani, nell’area industriale della frazione che ricade nella giurisdizione di Bucine, fu distrutto dalle fiamme nella notte tra il 1° e il 2 aprile scorsi.

Un rogo devastante, innescato, stando alle indagini, da un errore nello smaltimento delle polveri di lavorazione. Da allora, ricorda Innocenti "60 persone lavorano nello stabile levanese preso in affitto da Prada; altrettanti a Capraia, in una sorta di condominio produttivo che li vede all’opera solo di pomeriggio, e altri 60 a Bucine". A questi si aggiungono la trentina di addetti ospitati in un magazzino della zona e il gruppo di 50 lavoratori della Valentino Spa "che suo malgrado – prosegue – è pienamente coinvolto nella vicenda". Una situazione "inaccettabile" per il sindacalista che paventa come il trascorrere del tempo senza alcuna novità acuisca i problemi e mini le speranze di chi confida nella ripartenza locale del marchio.

"Una decina di dipendenti – sottolinea – figure fortemente professionalizzate, si è licenziata per andare a lavorare altrove. E’ ovviamente un diritto, ma rende evidente che non c’è sicurezza sul futuro". Già nel luglio scorso i sindacati di categoria e le Rsu, insieme ai rappresentanti delle istituzioni, Provincia e Comune di Bucine, avevano incontrato in Prefettura ad Arezzo i vertici aziendali, preoccupati per la mancata presentazione di un piano industriale per riavviare la produzione nella valle. E in quella sede gli esponenti della proprietà si erano impegnati a presentare uno studio per verificare tutte le caratteristiche dell’edificio da realizzare, ma non erano state fornite certezze sulla localizzazione del nuovo immobile. Dal canto loro le organizzazioni sindacali avevano ribadito l’importanza di non abbandonare il Valdarno aretino per evitare i lunghi spostamenti di una parte delle maestranze e per non privare il comprensorio della realtà produttiva.

"Siamo perfettamente consapevoli che un nuovo stabilimento deve essere progettato, localizzato e costruito. I tempi non potranno essere brevi – aggiunge Innocenti – ma qui non è iniziato nemmeno il conto alla rovescia. Non abbiamo la minima notizia sulle intenzioni della Valentino" e di conseguenza sulle prospettive per le maestranze.

E’ il vero nodo da sciogliere e per questo lunedì 18 ottobre l’intenzione della Cgil è di presentarsi all’incontro con gli organismi dirigenti del gruppo per porre all’ordine del giorno la priorità del momento, da esaminare ancor prima del premio di produttività, ovvero capire una volta per tutte quale sarà il destino della sede di vallata. In conclusione Innocenti avverte: "Incontrata l’azienda organizzeremo le assemblee dei lavoratori in tutti i siti dove oggi sono distribuiti e, in caso di ulteriore silenzio aziendale, programmeremo iniziative di mobilitazione".