Vaccini, serrata prime dosi: 400 al giorno. Rianimazione, dati da zona arancione

Dieci pazienti contagiati in terapia intensiva, oltre la soglia del 20%: nei reparti ordinari media lontana dal tetto. C’è un’altra vittima: aveva 74 anni. 3000 iniezioni quotidiane

Vaccini Covid

Vaccini Covid

Arezzo, 15 gennaio 2022 - Eravamo stremati ma con una gran voglia di rinascere in primavera. Ora lo siamo forse ancora di più ma sempre attaccati con tutte le forze alla voglia di ripartire. In entrambi i casi le vaccinazioni volano, e alla stessa velocità. Tremila al giorno erano tra maggio e giugno, tremila sono nella settimana fotografata ieri dalla Asl. Una rincorsa che forse sarebbe ancora più travolgente sciogliendo certi blocchi del portale. E che di sicuro lo sarà a breve, il tempo di rafforzare le dosi e soprattutto le sedi vaccinali. Dalla riapertura del Teatro Tenda, sempre più imminente, fino all’ingresso di quanti si sono fatti avanti con il bando lanciato nei giorni scorsi dall’azienda: volontari e non solo, le risposte sono arrivate, comprese alcune associazioni. Tra cui la Croce Rossa, che intanto ha già ripreso la mobilitazione sui tamponi, tre giorni alla settimana. Il termometro dei vaccini è sulle prime e sulle terze dosi. Sulle prime siamo risaliti a 384 al giorno. Non è un’impennata ma una crescita progressiva e che dovrebbe accelerare nelle prossime settimane, alla vigilia dell’obbligo imposto agli over 50, perfino per continuare ad andare al lavoro. Sulle terze il ritmo è di 2197 al giorno. La media sfiora l’80%, esattamente il 79,5%. Con un chiarimento: le classifiche, comprese quelle dell’osservatorio Gimbe, per ora continuano a misurarle su quanti cinque mesi fa avevano fatto la seconda dose. In realtà ora il richiamo è possibile con un mese d’anticipo e quindi la platea potenzialmente interessata si è allargata. Manteniamo il vecchio punto di riferimento per un confronto a livello nazionale. La regione più avanti è la Val d’Aosta, che però è al 75%, la Toscana è al 64,9%. E questo dà l’idea di come Arezzo sia in fuga in questa particolare graduatoria. E anche qui l’accelerazione è dietro l’angolo: tutta la macchina si sta mettendo a regime, proprio come a giugno. Il vaccino somiglia sempre più alla diga. Confermata dai fatti. Rispetto a dodici mesi fa i tamponi positivi sono decuplicati (da dicembre a dicembre 2.452 contro 20.210 tamponi), mentre i ricoveri sono scesi nello stesso periodo da 363 a 125. Controprova: la letalità è calata a picco grazie ai vaccini: dal 56,3 per mille all’1,8. Anche se fa male riportare questo dato nel giorno in cui registriamo un’altra vittima: una signora di 74 anni, che ha perso la vita al San Donato, dove era ricoverata. San Donato che alla luce dei dati del giorno segna un perfetto equilibrio di pazienti (57 esattamente come ieri) ma vede Rianimazione salire a 11 ricoverati. Il picco da mesi. E soprattutto il primo dato da zona arancione registrato in provincia, numero dei casi a parte: il passaggio di colore prevede che i pazienti Covid siano il 20% del reparto, ieri siamo saliti al 23%. Ma per fortuna la «bolla» Covid è decisamente sotto al 30% sul totale dei pazienti richiesto dalle nuove regole e quindi lo scenario resta solo parziale. Il quadro dei dati invece è completo: stazionari i contagi (anche se stavolta si assestano a 1170), fioccano i guariti, scendono sotto quota duemila i quarantenati tra i contatti stretti, sfiorano soglia novemila gli attuali positivi. E purtroppo la fascia più falcidiata continua ad essere la scuola, con altri 246 casi, che spesso finiscono per trasformarsi in quarantene e quindi lezioni a singhiozzo. Per ora i segnali di appiattimento della curva qui sono solo spiragli. Il più robusto? Da giorni e giorni siamo sotto il picco, toccato due settimane fa con un dato oltre i 1700 contagi. Ma per il resto la ritirata resta timida, perfino in un giorno che a livello regionale ha visto una riduzione di positivi. L’impressione è che su base settimanale la contrazione ci sia e nelle prossime ore dovrebbe emergere con forza. Ma allo stato attuale restano oltre diecimila gli aretini in isolamento, tra positivi e persone in quarantena. E quindi il prezzo sociale è comunque alto. E la fatica di gennaio non è di certo inferiore a quella di maggio o giugno.