Vaccini, maratona Palaffari fino alle 23. Pressing no vax: "Obbligo? Fateci la ricetta"

Niente Tenda, no stop Arezzo Fiere. Siamo a 3700 al giorno. File già prima delle 8, poi avanti fino alle 23. Record terze dosi

Vaccini

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Arezzo, 22 gennaio 2022 - Rinuncia per il momento al Teatro Tenda, una ribalta che pure era stata una delle chiavi vincenti nella prima fase della vaccinazione. Rinuncia non definitiva, la campagna di massa è in continua evoluzione e ogni giorno è diverso da quello che l’aveva preceduto. Ma solo logistica: la divisione in due grandi centri vaccinali avrebbe imposto un numero di medici e infermieri più alto di quello attuale. E’ una soluzione che potrebbe rientrare dalla finestra, magari pescando nel mondo dei volontari. Ma che per ora lascia il posto ad un’autentica no stop del Centro Affari. E’ lì che il sipario sui vaccini si alza alle 8 e si abbassa solo alle 23. Tutti i giorni, quasi senza soluzione di continuità. Ad una media di oltre 1500 iniezioni ogni 24 ore, spesso di più. Tenendo un ritmo che i dati di ieri rendono serrato. Nell’ultima settimana le dosi somministrate in base al report della Asl sono state 26143: equivalgono ad una media al giorno di 3734. E’ in pratica il sorpasso di questa seconda fase della vaccinazione sulla prima. Un sorpasso appeso soprattutto alle terze dosi, che ormai viaggiano sopra le 3000 al giorno. Una corsa a proteggersi, una corsa per ora più pacata alle prime dosi. Nei dati dell’ultima settimana ridiscese sotto la soglia dei 2000 e comunque pur sempre quasi 300 al giorno. «Ma in tanti che finora non si erano mai voluti neanche affacciare, in questi giorni stanno arrivando» conferma il direttore del distretto aretino Evaristo Giglio. Resta una grande emergenza. Sia sul piano della famosa immunità di gregge che su quello degli imminenti obblighi. Dal 1° febbraio chiunque abbia anche un giorno più di 50 anni è tenuto a vaccinarsi, pena il pagamento di una multa da 100 euro. E dal 15 senza almeno la prenotazione di una prima dose non potrà neanche andare al lavoro. Ecco perché le prossime settimane saranno decisive. Il test del Centro Affari è una finestra probante. Già di mattina, malgrado l’apertura di buon’ora, c’è gente in attesa fuori di Arezzo Fiere. Buona parte della giornata è riservata ai prenotati, gli orari serali no, sono lì anche per la vaccinazione libera. Il clima? Non ci sono le tensioni aspre che abbiamo respirato nei mesi scorsi ma rimane sempre la sensazione di una divisione profonda». Una delle ultime «mode» dei no vax più agguerriti è quella di presentarsi reclamando una prescrizione della vaccinazione. Come dire: mi costringete a vaccinarmi contro la mia volontà, almeno mettetemelo per scritto. Una ricetta, insomma, invocata ai medici di turno. Una richiesta a vuoto, è evidente: anzi, chiunque voglia vaccinarsi deve compilare il consenso informato con il quale si assume le responsabilità del gesto. Ma questa linea rossa tra vax e no vax percorre anche questa fase della campagna. I refrattari veri, quelli che respingono la stessa idea di porgere il braccio all’ago, continuano ad essere i più irriducibili. Ma la verifica decisiva è attesa nei prossimi dieci giorni. Alla prova dell’obbligo oltre i 50 anni: e insieme alle nuove regole sul Green pass, esteso ormai ben oltre i confini iniziali. Senza carta verde in teoria non compri un giornale, non prendi un pacchetto di sigarette, non ti scegli un maglione, non vai a farti i capelli, non ritiri la pensione alle poste: e l’elenco potrebbe essere infinito. Sole eccezioni le farmacie, la spesa alimentare, le forze di polizia, ovviamente l’ospedale, i benzinai, gli ottici. Le indichi sulle dita di due mani, il resto è proibito. E’ la spallata alla quale il Governo affida lo sprint della vaccinazione. Spingendo verso febbraio l’ultimo braccio di ferro.